
Al via costruzione nuova malteria di K Adriatica a Loreo
Al via costruzione nuova malteria di K Adriatica a LoreoRoma, 4 mar. (askanews) – Dopo uno slittamento dovuto a intoppi burocratici, “quest’anno partiremo con la costruzione della nuova malteria di K Adriatica a Loreo, un impianto in grado di trasformare 50.000 tonnellate di orzo in malto per birra”. Lo ha annunciato Giovanni Toffoli, amministratore delegato del gruppo che produce fertilizzanti e che già a Melfi, in Basilicata, trasforma l’orzo in malto, nel corso di un convegno organizzato da Confagricoltura Rovigo.
“Dovevamo già essere attivi dall’anno scorso, ma l’iter burocratico è stato lunghissimo – spiega Toffoli – Ora, finalmente, è stato completato e dovrebbe essere la volta buona per partire con la costruzione dello stabilimento. Contiamo di essere operativi per la raccolta dell’orzo del 2027. Abbiamo bisogno di creare una filiera di 9.000 ettari di orzo e contiamo molto sul Polesine”. Oggi due terzi della birra prodotta in Italia vengono fatti con malto straniero, ma il trend sta cambiando. Sono oltre un migliaio i birrifici agricoli e la richiesta di malto italiano sta crescendo. Il progetto di K Adriatica prevede che, attraverso contratti di filiera che coinvolgeranno circa 800 imprese del Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna e Marche, la produzione sarà di circa 90.000 tonnellate di orzo da birra considerando i due stabilimenti: 50.000 a Loreo e 42.000 a Melfi. Lo stabilimento polesano occuperà un centinaio di addetti, tra diretti e indiretti, e coniugherà tecnologia e sostenibilità, utilizzando solo energia elettrica da cogenerazione e riducendo il consumo di acqua del 35%.
In Polesine la coltura dell’orzo è in crescita costante: da 2.446 ettari del 2021 è passata a 3.085 ettari nel 2022, per lievitare a 4.400 ettari nel 2023 (dati Veneto Agricoltura). “Sarebbe un’ottima opportunità per il nostro territorio – sottolinea Chiara Dossi, presidente del settore cerealicolo di Confagricoltura Veneto e Rovigo – perché consentirebbe al Basso Polesine di avere un prodotto caratterizzante, con il quale riconoscere e valorizzare i nostri raccolti”. Per il malto serve l’orzo distico da birra, che ha rese ottime, fino a 95 quintali a ettaro e “che deve essere remunerato adeguatamente dato che la filiera per la nuova malteria sarà sostenibile e quindi andranno seguiti protocolli specifici, con tecniche vincolanti e dispendiose. Rischi che ricadranno sulle aziende agricole. Ci auguriamo perciò che, in sede di contrattazione, gli agricoltori vengano coinvolti al fine di ottenere una giusta remunerazione da parte dell’industria”, conclude Dossi.