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Fine vita, partita si riapre. Fdi presenta bozza. Caute Lega e Fi

Fine vita, partita si riapre. Fdi presenta bozza. Caute Lega e FiRoma, 5 mar. (askanews) – Fratelli d’Italia riapre la partita sul fine vita, da tempo arenato nel comitato ristretto delle commissioni Giustizia e Affari sociali del Senato. Anche se Fi e Lega hanno espresso maggiore cautela. Soddisfazione invece da parte delle opposizioni che spingono a chiudere il dossier per dotare l’Italia di una normativa nazionale, ancor di più dopo l’approvazione della legge regionale toscana che rischia di prefigurare una mappa a macchia di leopardo.



Ignazio Zullo, di Fratelli d’Italia (che insieme al collega di Fi Pierantonio Zanettin è relatore alle proposte sul fine vita) ha portato oggi in commissione alcune “bozze preliminari” che sono state affidate all’esame dei gruppi parlamentari e che di fatto costituiscono un passo concreto. “Nelle prime riunioni del comitato ristretto – ha spiegato – c’è stata una fase di ascolto, cioè capire quali principi noi prendiamo a base di un possibile articolato. L’ascolto è stato tradotto in uno scritto” che definisce un “primo principio: l’affermazione della vita come bene inviolabile e indisponibile perché il fine vita deve essere un’eccezionalità. Il secondo principio è un recepimento delle condizioni fissate nelle sentenze dalla Corte Costituzionale e il terzo, essenziale, è l’obbligo di essere già inseriti – ha tenuto a sottolineare – in un percorso di cure palliative” nel quale “le sofferenze fisiche e psicologiche devono essere già lenite e prese in carico”. Alfredo Bazoli del Pd ha parlato di “passi avanti significativi” definendo l’esito della riunione odierna come una “novità importante, che può finalmente avviare un percorso di confronto serio e costruttivo, nella direzione da noi sempre sostenuta, e che si ritrova anche nel disegno di legge a mia prima firma”. Basta ritardi e subito una legge nazionale è il commento di Ilaria Cucchi (Avs) che ha rimproverato la destra di aver “sempre ostacolato l’adozione di una normativa nazionale arrivando addirittura ad impedire il lavoro parlamentare con l’ostruzionismo della maggioranza”.


Malgrado l’azzurro Zanettin fosse in comitato ristretto, l’accelerazione sembra aver preso alla sprovvista gli altri partiti di maggioranza. Tanto che poco dopo, in una nota, il capogruppo di Fi Maurizio Gasparri ha frenato: “Il comitato ristretto continuerà a lavorare, poi la Commissione e infine l’aula dovranno assumere delle decisioni definitive. Abbiamo la volontà di arrivare a una conclusione, ma ovviamente non ci sentiamo ancora vincolati a testi ed a proposte, che al momento sono delle apprezzabili ipotesi, ma non delle decisioni che possano essere considerate condivise o definitive”. Così la Lega. Il presidente dei senatori Massimiliano Romeo ha sollecitato sul tema la “condivisione più ampia possibile” e ha precisato: “approfondiremo i primi contributi al testo base, prendendoci tutto il tempo per le valutazioni, assolutamente necessarie, al netto delle diverse sensibilità che ci sono in ogni partito”. E all’interno dello stesso partito: “il fine vita è già autorizzato da una sentenza. Adesso aspettiamo la legge”, ha puntualizzato il governatore del Veneto Luca Zaia: “è da regolamentare perché altrimenti rischiamo il far-west e ognuno interpreta le norme come vuole”.


Il tema è altamente divisivo e il percorso del fine vita, nonostante il passo avanti compiuto, difficilmente si incamminerà su una traiettoria in discesa. “Lo Stato è chiamato a sostenere la vita, non a favorire la morte”, ha detto Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati. Mentre il segretario di +Europa Riccardo Magi non ha dubbi: “È bene che il Parlamento si occupi di fine vita ma la bozza di testo presentata dal centrodestra in Senato è piuttosto deludente e, se questa è la base di partenza, è preferibile non avere alcuna legge perché rappresenta un passo indietro rispetto a quanto stabilito dalla Consulta”.