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Cooperazione sanitaria italiana, congresso Istituto San Gallicano-IISMAS

Cooperazione sanitaria italiana, congresso Istituto San Gallicano-IISMASRoma, 14 apr. (askanews) – La recente pandemia da Covid-19 ha ormai reso ineludibile l’impegno per migliorare i sistemi sanitari e la ricerca scientifica a livello globale. Il rischio della diffusione di malattie apparentemente presenti solo in alcune aree geografiche, in particolare nelle regioni tropicali dei Paesi in via di Sviluppo (PVS), ha reso necessaria una visione più ampia nella tutela della salute. Per questo motivo oggi nei documenti ufficiali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si parla di determinanti sociali della salute, salute planetaria e ONE HEALTH, cioè la difesa del benessere pubblico in tutte le sue forme, umane, animali e vegetali. La salute del Pianeta è Unica!

Si è discusso di questi aspetti durante il Congresso Internazionale “La cooperazione sanitaria italiana nel mondo”, promosso dall’Istituto San Gallicano in collaborazione con l’IISMAS (Istituto Internazionale Scienze Mediche Antropologiche e Sociali) e organizzato da DreamCom – svoltosi il 13 aprile a Roma, presso la Sala Tevere della Regione Lazio – e presieduto da Aldo Morrone e Antonio Cristaudo. Numerosi esperti di diversi Paesi hanno illustrato le strategie messe in atto e quelle future per il raggiungimento dell’obiettivo n. 3 dell’Agenda ONU 2030, Benessere e Salute per tutti. “Le strutture sanitarie italiane – ha affermato il prof. Aldo Morrone, Direttore Scientifico dell’Istituto San Gallicano – nelle loro diverse espressioni (Asl, Ospedali, Policlinici, IRCCSS) da sempre sono all’avanguardia nell’innovazione e nell’eccellenza medica. L’Italia è leader nelle cure mediche e per la ricerca clinico-scientifica, in particolare in quella traslazionale e oggi i nostri centri clinici sono tra i più apprezzati al mondo per la capacità di tecnologie e trattamenti all’avanguardia”.

“Inoltre – continua Morrone – da oltre quarant’anni, l’Istituto San Gallicano (IRCCS), in collaborazione con l’Istituto Internazionale per le Scienze Medico-Antropologiche e Sociali (IISMAS) è attivo in numerosi Paesi in via di Sviluppo (PVS) nei quali ha contribuito a realizzare numerosi progetti clinico-scientifici, come la costruzione di ospedali e la formazione di personale sanitario locale, in particolare in Kurdistan Iracheno Siriano e Turco, in Uzbekistan, Etiopia, Egitto, Libano, Siria, Iraq, Cambogia, Sri Lanka, Afghanistan, Messico e Cuba”. “Sono stati finanziati migliaia di Corsi di aggiornamento professionale e tecnologico per operatori sanitari locali – ha sottolineato dal canto suo Marina Cerimele, Direttore Generale IFO-San Gallicano -. Gli obiettivi perseguiti sono stati e sono tuttora finalizzati al miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini di questi Paesi attraverso l’aggiornamento professionale di medici, infermieri ostetriche e il finanziamento di borse di studio per la realizzazione di ricerche scientifiche e assistenziali”.

“L’attività di cooperazione sanitaria – ha sottolineato Ermete Gallo, Direttore Sanitario IFO-San Gallicano – ha permesso di raggiungere e d’intervenire anche in aree rurali remote dove sono stati realizzati oltre 2 mila Training for Trainers, formando così oltre 20 mila Comunity Health Workers, cioè operatori sanitari delle comunità rurali”. Il Governatore di Sulaymaniyah, in Kurdistan, Dr. Haval AbuBaker ha ringraziato il San Gallicano e l’IISMAS per il contributo scientifico che da diversi anni viene condiviso, con l’Università di Sulaymaniyah, così come hanno dichiarato il prof. Abraham Getachew dell’Università di Sodo Wolaita e la prof.ssa Frehiwot Daba Gutema del St. Paul Hospital Millenium Medical College di Addis Ababa, in Etiopia per il supporto che il San Gallicano e l’IISMAS offrono da anni. In particolare, in questo Paese sono stati formati oltre 5 mila operatori, costruiti 3 ospedali generali e numerosi centri ambulatoriali per la salute della donna e dei bambini, riuscendo a ridurre la mortalità materno-infantile ai livelli europei.

“La salute è un bene universale – ha concluso Morrone -. Se difeso e condiviso nelle aree più remote del mondo, diventa un grande vantaggio per tutti e poter rimanere nel proprio Paese, per il personale sanitario e per i cittadini che possono usufruire di sistemi socio-sanitari efficiente e appropriati, diventa una reale vantaggio per tutti. Anche per i cittadini italiani”.