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Podere Vito Cardinali: arrivano Verdicchio Riserva e Lacrima Superiore

Podere Vito Cardinali: arrivano Verdicchio Riserva e Lacrima SuperioreMilano, 12 mar. (askanews) – A metà di quest’anno Podere Vito Cardinali lancerà due nuove etichette: il “Castelli di Jesi Veridicchio Riserva Docg Classico” e il “Lacrima di Morro d’Alba Doc Superiore”. A più o meno un anno dall’inaugurazione, avvenuta il 29 giugno 2024, la Cantina di Morro d’Alba (Ancona) si prepara dunque a raddoppiare le sue etichette, sempre percorrendo la strada della qualità in una immediata godibilità distante dai cliché. Il percorso è quello tracciato dai primi due prodotti realizzati: il piacevolissimo “Vito – Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore 2023” e il “Costa Lisiano Marche Rosso Igt 2023”, un Lacrima in purezza pensata in chiave moderna e dunque tutt’altro che stucchevole ma agile e sorprendente, tanto da farsi già notare da diverse guide enologiche.



Se è vero che un anno di vita nel mondo del vino è nulla, è altrettanto vero che può lasciare intravedere la direzione che il produttore intende prendere, come struttura il progetto e a cosa punta. E qui l’idea è molto chiara, e cioè la valorizzazione dei vitigni autoctoni attraverso idee mai banali che lascino spazio al terroir, puntando ad una crescita nei prossimi anni che porti la produzione ad attestarsi intorno alle 100mila bottiglie, grazie agli attuali 35 ettari di vigneto coltivati per il 77% a Verdicchio e il restante a Lacrima di Morro d’Alba e Trebbiano. Per fare tutto questo, il bravo e giovane enologo residente Enrico Simonini, attraverso una collaborazione con l’Istituto Isvea ha realizzato prima di tutto un’analisi di microzonazione per capire, partendo dalle potenzialità del terreno, quali potessero essere le soluzioni migliori. Negli ultimi anni sono stati quindi realizzati ingenti investimenti agronomici per ampliare e migliorare la produzione, e nel 2023 sono stati impianti altri 1,5 ettari di Verdicchio, e l’anno successivo altri tre di Lacrima, a cui si sono aggiunte 200 nuove piante di ulivo che hanno portato il totale a 1.500 piante che danno vita all’olio Evo “Morro”, e che si sommano ai cereali, nocciole, visciole e melograno sparsi nei circa cento ettari in contrada Sant’Amico. Ma al centro del progetto c’è prima di tutto l’inscindibile legame e l’amore per la sua terra di Vito Cardinali, industriale 85enne che dopo una vita passata a Milano dice orgoglioso di non aver mai spostato la sua residenza da Morro d’Alba: “La mia casa è rimasta quella dove sono nato io e dove è nato e morto mio padre”. “Ama la terra, pianta le viti e impara a fare il viticoltore” racconta di lui l’amico Emilio Pedron, una vita spesa per il vino, raccontando che “noi ci siamo incontrati 6 o 7 anni fa proprio perché produceva e vendeva l’uva e, visto l’amore per la sua terra, gli ho detto che per completare il suo lavoro doveva mettere in bottiglia qualcosa, perché solo così poteva far sentire agli altri l’espressione, non solo della sua passione ma anche di quello che la sua terra produceva. La terra è bellissima, la vigna è in un anfiteatro a 360 gradi che ha tutte e tre le esposizioni, e la casa sorge al margine di questo anfiteatro facendo quasi da palcoscenico – prosegue – e sotto a questa casa due anni fa ha costruito una cantina importante, perché continua a dirmi che la sua terra è molto bella e che tutte le cose che si fanno là devono essere molto belle”.


“Il nostro obiettivo è creare vini che siano un’autentica espressione del territorio, mantenendo sempre un equilibrio tra tradizione e innovazione” conferma Cardinali, spiegando che “ogni scelta è guidata dalla volontà di lasciare un’eredità sostenibile e di qualità alle future generazioni. Questa non è solo una Cantina ma un progetto che racchiude storia, passione e innovazione, con un solo obiettivo: produrre vini che raccontino l’anima autentica delle Marche. I primi ettari – prosegue Cardinali – li abbiamo acquistati nel 1972 mentre nel 1977 nasce ufficialmente il Podere. All’inizio si trattava di pochi ettari poi la mia passione per queste zone, la volontà di fare qualcosa di più per il territorio e per preservarne le antiche colture, mi hanno spinto ad investire ancora più risorse ed energie in questo progetto”. Un altro elemento che vuole essere centrale dell’identità della Cantina è l’enoturismo, che con il tempo sta attirando un numero sempre crescente di visitatori. L’obiettivo per quest’anno è quello di offrire esperienze personalizzate, costruite sulle preferenze di ogni visitatore: dagli aspetti tecnici della produzione, all’esperienza degustativa guidata, al momento di relax con un calice di vino per contemplare il paesaggio. L’impegno per la sostenibilità e la qualità della Cantina di questo brillante e schietto marchigiano che ha costruito un impero nell’industria dell’acciaio (oggi riunito nella Cardinali Holding), ha portato ad un rafforzamento dei processi produttivi, con l’inerbimento e il sovescio nei vigneti, e recentemente ha ottenuto la certificazione Sqnpi.