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Vino, Venica&Venica: avanti sulla strada di sostenibilità e inclusione

Vino, Venica&Venica: avanti sulla strada di sostenibilità e inclusione

Milano, 18 mar. (askanews) – La celebre Cantina goriziana Venica&Venica aggiunge un nuovo tassello nel suo progetto di sviluppo sostenibile con la certificazione della parità di genere, che attesta l’impegno concreto verso una crescita equa ed inclusiva. Non sono molte le aziende vitivinicole italiane a poter fregiarsi di questa certificazione. “Il nostro impegno va oltre la produzione di vino: crediamo nella qualità in ogni sua forma, anche sociale” ha dichiarato Gianni Venica, spiegando che “ogni azienda può generare un effetto domino sul territorio e nel settore, promuovendo un modello virtuoso e questa certificazione è la conferma di un valore che ci guida da sempre: il rispetto per le persone. Siamo felici del traguardo raggiunto – ha proseguito – ma soprattutto ancora più motivati a fare di più”.



L’azienda di Dolegna del Collio sottopone da oltre dieci anni i propri indicatori ambientali a validazione esterna e al ministero dell’Ambiente per la certificazione “VIVA”. Un processo che ha permesso di individuare aree di miglioramento e pianificare strategie di crescita in equilibrio tra prosperità e responsabilità sociale. “In un contesto sempre più attento, la certificazione di parità di genere si afferma come un asset strategico per le organizzazioni che fanno dell’inclusione uno dei loro valori. E il percorso fatto assieme a Venica&Venica ce lo conferma” ha detto Massimo Alvaro di DNV, precisando che “questa certificazione non è solo un traguardo formale ma un percorso di trasformazione culturale che promuove la diversità come fonte di valore” ha continuato Alvaro, rimarcando che “le aziende che la scelgono investono in un ambiente di lavoro più equo e produttivo, rafforzando la propria reputazione e contribuendo a una società più inclusiva”. Da quattro generazioni, la Cantina, che conta su 41 ettari vitati (l’85% dei quali a bacca bianca) dei circa 40 ettari vitati e una produzione che si aggira sulle 320mila bottiglie l’anno, investe sulle relazioni e i valori, come testimonia il Bilancio di Sostenibilità che dal 2011 si fa manifesto del rispetto per la natura e le persone e racconta i valori dell’azienda: la coesione della famiglia, il costante appello alle radici e l’equilibrato misurarsi con l’innovazione. “Sostenibilità per noi non è solo una parola ma un’azione quotidiana: da più di dieci anni misuriamo ogni nostro passo, con l’obiettivo di ridurre il nostro impatto sull’ambiente e restituire alla terra ciò che ci ha dato. Dunque non si tratta di un semplice documento ma di una narrazione di responsabilità e consapevolezza, frutto di un percorso fatto di domande, riflessioni e scelte coraggiose” ha rimarcato Ornella Venica, evidenziando che “abbiamo imparato a fermarci e a misurare perché solo così possiamo davvero crescere, garantendo un futuro migliore per la nostra azienda, i nostri figli e la comunità”.


E l’ultimo Bilancio di Sostenibilità pubblicato, quello relativo al 2024 intitolato “Storie di vita e di vite”, è una narrazione consapevole del quotidiano in un’azienda che scandisce il suo tempo attraverso la produzione di vino, raccontando quella meravigliosa terra di confine che è il Collio. E la riflessione sul tempo, sul vino e sul territorio si intreccia e si fonde nella nuova etichetta “Extempore Sauvignon Doc Collio 2018”. Nato da una vinificazione imprevista, “è espressione sia della nostra tradizione che della nostra visione verso il futuro, è una nuova interpretazione del Sauvignon, che rappresenta ancora una volta il nostro impegno a valorizzare il territorio di origine” ha detto Gianni Venica, aggiungendo che “si tratta di un vino nato quasi per caso, dalla sfida partita nel 2004 e poi ripetuta per una maggiore consapevolezza, della strada giusta da perseguire, di invecchiamento in barrique”. “Extempore”: estemporaneità, arte dell’improvvisazione, valore dell’imprevisto: “Saperlo accogliere e trasformarlo in opportunità è da sempre parte della filosofia della nostra famiglia” ha aggiunto Ornella, definendo questo vino “esso stesso una sfida, simbolo di come affrontiamo l’inatteso”. Il legame con la terra e il tempo che scandisce l’evoluzione sintetizzati nell’ingresso di Serena Venica, figlia di Gianni e Ornella, quarta generazione e presente e futuro di questo gioiello diventato famoso negli anni con i suoi “Ronco” (delle Mele, delle Cime, del Cerò). Spetterà sempre più a lei il compito di reinterpretare e far evolvere ulteriormente l’azienda nel segno obbligato della sostenibilità, dell’inclusione e del rispetto.