In Sudan scontri tra esercito e forze paramilitari a Khartoum
In Sudan scontri tra esercito e forze paramilitari a KhartoumRoma, 15 apr. (askanews) – Aerei militari sorvolano Khartoum nel corso dei violenti scontri scoppiati oggi nella capitale e nel nord del Sudan dopo le crescenti tensioni tra i vertici della giunta militare che guida il Paese dal golpe dell’ottobre del 2021.
Le Forze paramilitari di supporto rapido, comandate dal generale Mohamed Hamdan Dagalo detto Hemetti, attuale vice presidente della giunta, hanno accusato oggi l’esercito, guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan, presidente della giunta, di aver attaccato il loro quartier generale nella zona meridionale di Khartoum, innescando le violenze. Accusa respinta dall’esercito che ha a sua volta puntato il dito contro i paramilitari per l’inizio delle ostilità. Stando a quanto riportato dai media sudanesi, i combattimenti sono iniziati a Soba, a sud di Khartoum, dove si trova la base delle forze di supporto rapido, per poi estendersi alle aree attorno al palazzo presidenziale, al comando dell’esercito e ai quartieri dove si trovano alcune postazioni militari. Scontri sono scoppiati anche nei pressi della base aerea di Merowe, nel nord del Sudan.
Le forze paramilitari hanno subito annunciato di aver preso il controllo dell’aeroporto internazionale di Khartoum, del palazzo presidenziale e della base di Merowe. Ma il portavoce dell’esercito ha bollato come “bugie” tali dichiarazioni. “Le forze ribelli di supporto rapido hanno diffuso bugie sull’attacco alle loro posizioni per coprire la loro rivolta”, ha detto il portavoce dell’esercito, Nabil Abdallah. In una nota, l’esercito sudanese ha poi annunciato “operazioni dell’aviazione” contro i tentativi del “nemico” di prendere il controllo di siti strategici a Khartoum, rivendicando di avere ancora il controllo di “tutte le basi e di tutti gli aeroporti”. Sui social media, diversi utenti hanno pubblicato i filmati che mostrano caccia volare sulla capitale.
“L’aviazione sta distruggendo i campi delle forze di supporto rapido di Taiba e Soba e sta dando la caccia ai membri delle forze paramilitari che stanno tentando di mischiarsi ai civili”, ha precisato l’esercito in una nota. Giovedì scorso, il portavoce dell’esercito aveva ammonito sul rischio di violenze a fronte del dispiegamento “non autorizzato e non coordinato con l’esercito” delle forze di Hemetti nella capitale e vicino alla base di Merowe. Uno sviluppo avvenuto a fronte dello stallo del processo politico in corso per ripristinare un governo civile nel Paese, causato proprio dal mancato accordo sull’integrazione delle Forze di supporto rapido nell’esercito nazionale.
Solo ieri, i leader di tre gruppi armati sudanesi, firmatari dell’accordo di pace di Juba e protagonisti di un’azione di mediazione, avevano annunciato che Hemetti e Al-Burahn erano pronti a risolvere la crisi. “Seguo con attenzione quanto sta succedendo a Khartoum. La nostra Ambasciata, pienamente operativa, ha avvisato i connazionali di restare in casa. L’Unità di Crisi monitora gli sviluppi. Appello al dialogo e a cessare le violenze”. Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani a proposito dei violenti scontri tra l’esercito e le forze paramilitari in corso in Sudan.