
Non solo Trump, anche a Pechino sfilata di CEO multimiliardari
Non solo Trump, anche a Pechino sfilata di CEO multimiliardariRoma, 24 mar. (askanews) – Se il colpo d’occhio sulla sfilata di multimiliardari tech all’inaugurazione della seconda presidenza Trump certamente era impressionante, quella che si è vista nei giorni scorsi a Pechino in occasione dell’inaugurazione del China Development Forum non è da meno. E la leadership cinese ha accolto i leader d’impresa accorsi con un’enunciazione di fiducia anche rispetto alle prospettive di una guerra commerciale a tutto campo con gli Stati uniti.
Nel suo intervento davanti a decine di top manager – tra i quali quelli di Apple, Qualcomm, Boeing e altre grandi aziende – il premier cinese Li Qiang ha adottato un tono ottimista, chiarendo che la Cina è pronta ad affrontare ogni sfida, anche quella inattesa, e promettendo di rafforzare il sostegno politico per raggiungere l’obiettivo di crescita annuale del governo, fissato intorno al 5%, nonostante l’aumento dell’incertezza in un’economia globale sempre più frammentata. “Di fronte a possibili shock inattesi, principalmente di origine esterna, verranno introdotte nuove politiche incrementali laddove necessario per garantire il funzionamento stabile dell’economia”, ha affermato nell’inaugurazione di ieri Li.
In un incontro separato con il senatore repubblicano statunitense Steve Daines, il capo dell’esecutivo cinese ha criticato le crescenti barriere commerciali imposte dagli Stati uniti alla Cina e altri paesi, ribadendo che Pechino “seguirà la giusta direzione della globalizzazione economica”, praticherà un “autentico multilateralismo” e resisterà al protezionismo. Le dichiarazioni di Li si collocano a poco più di una settimana dall’annuncio atteso per il 2 aprile da parte di Trump di un piano di dazi reciproci verso altri paesi e dell’inasprimento delle tariffe sulle importazioni cinesi. Da gennaio, l’amministrazione statunitense ha già aumentato del 20% i dazi sui prodotti cinesi, motivando la decisione con la necessità di contrastare il flusso di droghe illegali; Pechino ha risposto imponendo dazi mirati fino al 15% sui prodotti agricoli statunitensi e ampliando i controlli alle esportazioni verso aziende Usa.
Il China Development Forum vede la partecipazione di oltre cento amministratori delegati, tra cui i massimi dirigenti americani di aziende che considerano la Cina un mercato chiave – da Tim Cook (Apple) a Cristiano Amon (Qualcomm) e Stephen Schwarzman (Blackstone) – oltre a economisti di rilievo come Stephen Roach e Masaaki Shirakawa. Li ha annunciato l’adozione di nuove leggi a sostegno del settore privato e il rafforzamento dello stato di diritto, assicurando che la Cina accoglierà le imprese straniere a “braccia aperte” e migliorerà ulteriormente l’accesso al mercato – senza però fornire dettagli operativi.
Sul fronte delle relazioni bilaterali, Li ha definito il rapporto tra Pechino e Washington “a un punto critico” durante il colloquio con il senatore Daines, auspicando cooperazione anziché competizione a somma zero: “In una guerra commerciale non c’è vincitore – ha affermato – dobbiamo affrontare lo squilibrio commerciale e altre questioni allargando la torta attraverso la collaborazione”.