
Prandini (Coldiretti) a Meloni: da dazi impatto di oltre 3 mld
Prandini (Coldiretti) a Meloni: da dazi impatto di oltre 3 mldRoma, 8 apr. (askanews) – “Stiamo affrontando un problema che è europeo e servono diplomazia e risorse europee. Qualsiasi risorsa sarà messa disposizione a livello nazionale per contrastare questo delicato momento dovrà essere distribuita in base alla percentuale di export per settore e quindi all’agroalimentare chiediamo venga destinato almeno il 13% circa”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che nel pomeriggio ha partecipato al confronto a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per affrontare l’impatto dei dazi Usa sui prodotti agroalimentari italiani.
Prandini ha voluto sottolineare che i dazi avranno un “impatto che potrebbe superare i 3 miliardi di euro tra mancate vendite, stoccaggi, deprezzamenti e perdita di quote di mercato”. Durante il vertice a cui hanno partecipato le rappresentanze agricole, Prandini ha illustrato i dati che preoccupano e confermano come le tariffe al 20% decise dal presidente Trump colpiscano duramente l’export Made in Italy, minacciando un comparto strategico per l’economia nazionale. Ricordano che nel solo 2024, “l’agroalimentare italiano ha registrato un valore record di esportazioni verso gli Stati Uniti pari a 7,8 miliardi di euro”, Prandini ha rimarcato che il dazio “se applicato su questi livelli, rischia di tradursi in una perdita diretta di oltre 1,6 miliardi per gli importatori americani, che inevitabilmente scaricheranno i costi su produttori italiani e consumatori americani”.
Ecco che allora è la diplomazia che deve giocare un ruolo determinate con l’Europa che deve parlare “con un’unica voce – ha spiegato Prandini – senza seguire la logica del contro dazio che non porterebbe da nessuna parte ma rischierebbe di peggiorare una situazione già delicata”. Al termine dell’incontro, Prandini ha consegnato alla premier un documento contenete una serie di proposte per mitigare gli effetti delle tariffe e per sostenere le aziende: tra queste potenziare i fondi per l’internazionalizzazione e la valorizzazione dei prodotti autentici contro l’Italian sounding e sostenere accordi commerciali internazionali con reciprocità, per contrastare la concorrenza sleale e altre possibili soluzioni concrete. “È il momento dell’unità – ha aggiunto il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo – del coraggio e della visione. Non possiamo permettere che anni di lavoro sui mercati internazionali vadano perduti per una guerra commerciale che penalizza tutti”.