Mattarella: non arrendersi a idea che possa esistere lavoro povero
Mattarella: non arrendersi a idea che possa esistere lavoro poveroCavriago, 29 apr. (askanews) – “Mentre si riaffaccia la tentazione di arrendersi all’idea che possa esistere il lavoro povero” è necessario “affermare con forza il carattere del lavoro come primo, elementare, modo costruttivo di redistribuzione del reddito prodotto”. Ecco perché “favorire l’ingresso nel mondo del lavoro è compito delle autorità pubbliche preposte che devono creare le condizioni affinché le imprese possano svilupparsi”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita al distretto meccatronico di Reggio Emilia in occasione della festa del 1 Maggio, alla presenza tra gli altri del ministro del Lavoro, Marina Calderone.
“L’unità del Paese significa unità sostanziale sul piano delle opportunità di lavoro – ha detto Mattarella -. Significa impegno per rimuovere le disuguaglianze territoriali. Presidiare e promuovere l’unità nazionale significa anche questo. Il lavoro è indice di dignità perché è strettamente collegato al progetto di vita di ogni persona”. E, allora, ha proseguito il Capo dello Stato “mentre si riaffaccia la tentazione di arrendersi all’idea che possa esistere il lavoro povero, la cui remunerazione non permette di condurre una esistenza decente, è necessario affermare con forza, invece, il carattere del lavoro come primo, elementare, modo costruttivo di redistribuzione del reddito prodotto”. “Il Primo Maggio è la festa della dignità del lavoro – ha ricordato Mattarella -. E’ la festa della Repubblica fondata sul lavoro. Il lavoro è un diritto e lo stesso Luigi Einaudi – rigoroso maestro liberale di economia – in risposta all’appello di Giorgio La Pira ‘in difesa della povera gente’, in cui indicava la lotta alla disoccupazione e lo sradicamento della miseria come impegno primario dello Stato – siamo nel 1950 – affermava che ‘lo Stato moderno ha come primo compito di non creare disoccupazione e miseria’, elencando i motivi che le aggravano”.
“Il lavoro – ha precisato il presidente – è anche un dovere. Ce lo ricorda l’art. 4 della Costituzione: ‘La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto’. Per proseguire: ‘Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società’”. Ecco perché “favorire l’ingresso nel mondo del lavoro è compito delle autorità pubbliche preposte che devono creare le condizioni affinché le imprese possano svilupparsi. E l’intervento del ministro del Lavoro manifesta questa consapevolezza. Ma, come noto, il richiamo ai valori fondanti della nostra società è ben più impegnativo”.