Giappone, 25mila in piazza a difesa della Costituzione della pace
Giappone, 25mila in piazza a difesa della Costituzione della paceRoma, 3 mag. (askanews) – Nel Giorno della Costituzione in Giappone i manifestanti contrari a una revisione della carta che allenti il vincolo pacifista hanno tenuto a Tokyo una massiccia e partecipazione manifestazione.
Secondo quanto hanno sostenuto gli organizzatori, la dimostrazione organizzata presso l’Ariake Disaster Prevention Park di Tokyo ha visto la partecipazione di 25mila persone, un numero non consueto per il Giappone, dove manifestazioni politiche così affollate sono rare da moltissimi anni. La manifestazione è stata organizzata da un “Comitato per la salvaguardia dell’Articolo 9 della Costituzione e per l’azione contro la guerra”.
“Hanno ignorato la Costituzione e aperto la strada a una massiccia espansione militare reinterpretando il Costituzione. Bisogna evitare che si crei una nuova situazione pre-bellica”, ha detto dal palco Aisa Kiyosue, docente di diritto costituzionale, commentando i tre decreti con i quali sono state allargate le maglie costituzionali per procedere a una decisa nuova politica di riarmo. Oggi si commemora il 76mo anniversario della promulgazione della Costituzione della pace giapponese, che fu voluta dagli occupanti statunitensi dopo la sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale. All’articolo 9, la Costituzione formalmente vieta al Giappone di detenere forze armate, per quanto questo vincolo sia stato parzialmente aggirato con la costituzione di Forze di autodifesa a partire dalla Guerra di Corea del 1950-53.
Sussistono, comunque, stringenti vincoli per i quali le Forze di autodifesa possono agire esclusivamente per difesa nazionale e possono essere dotate di armi in assetto difensivo. Il Partito liberaldemocratico di maggioranza insiste da decenni sulla necessità di una riforma della Costituzione che sancisca la costituzionalità delle Forze di autodifesa e allarghi ulteriormente le maglie operative dei militari giapponesi. L’attuale premier Fumio Kishida sta premendo l’acceleratore su questo fronte.
In un incontro che si è tenuito oggi tra sostenitori della riforma costituzionale, è stato oggi proiettato un messaggio del primo ministro – che si trova in missione in Africa – nel quale ha ribadito la sua determinazione nel procedere alla modifica prima della scadenza del suo attuale mandato. “Di fronte al contesto di sicurezza più severo e complesso del dopoguerra, compresi i tentativi di cambiare unilateralmente lo status quo con la forza e i ripetuti lanci di missili balistici da parte della Corea del Nord, è estremamente che le forze di autodifesa saldamente incluse nel dettato costituzionale”, ha affermato Kishida. “Le revisioni costituzionali – ha continuato – sono avviate dalla Dieta, ma alla fine il popolo sovrano decide attraverso un referendum. Dobbiamo approfondire la comprensione del popolo. Dobbiamo continuare ad affrontare la sfida”.
La riforma della costituzione, in effetti, oltre a ottenere la maggioranza assoluta in entrambe le camere della Dieta nipponica, dovrà poi essere sottopsota al vaglio del referendum. E, nonostante gli anni passati dalla fine della guerra, ancora oggi l’opinione pubblica giapponese appare spaccata sull’argomento.
Un sondaggio condotto ad aprile dal giornale Mainichi shimbun, sostiene che il 47 per cento del campione interpellato si è detto contrario alla riforma, mentre il 35 per cento sarebbe favorevole. A sorpresa, nonostante le accresciute tensioni internazionali, si è rovesciato il dato rispetto ad aprile dello scorso anno (44 per cento a favore, 33 per cento contrari). Invece un sondaggio dell’agenzia di stampa Kyodo ha rilevato un 53 per cento favorevole a una revisione dell’articolo 9 e un 45 per cento contrario. Quale sia il dato più vicino al vero, un’eventuale referendum presenta un esito incerto.