La Federal Reserve alza ancora i tassi ma forse è l’ultima volta
La Federal Reserve alza ancora i tassi ma forse è l’ultima voltaRoma, 3 mag. (askanews) – La Federal Reserve ha deciso un nuovo aumento dei tassi di interesse da 25 punti base con il quale, al 5-5,25%, il riferimento sui fed funds è salito al massimo da circa 16 anni. Annunciando la decisione, in linea con le attese, l’istituzione monetaria statunitense ha anche rimodulato le sue indicazioni suggerendo, di fatto, che potrebbe anche mettere fine alla fase rialzista, senza spingersi ad anticiparlo in modo vincolante.
Nel direttorio “c’è una valutazione generale sul fatto che siamo più vicini” alla fine degli aumenti “o forse che ci siamo”, ha dichiarato il presidente Jay Powell, nella conferenza stampa esplicativa al termine del Fomc. Tuttavia, ha al tempo stesso “allontanato” le aspettative sulla futura inversione di rotta: “pensiamo che l’inflazione calerà, ma che lo farà non così velocemente e in un contesto simile tagliare i tassi di interesse non sarebbe appropriato”.
La decisione di oggi è stata assunta all’unanimita dal direttorio. E per le future determinazioni il Fomc “terrà conto dell’inasprimento monetario già accumulato, del ritardo con cui la politica monetaria si ripercuote sull’attività economica e sull’inflazione e degli sviluppi economici e monetari”, spiega il comunicato della Fed. Secondo Powell “le possibilità che si possa evitare una recessione sono più elevate di quelle che si verifichi, ma continuo a non escludere di vederne una lieve”. L’istituzione ribadisce la sua forte determinazione a riportare l’inflazione all’obiettivo del 2%.
Inevitalbilmente, un tema molto battuto nella conferenza stampa è stato rappresentato dai fallimenti di diverse banche Usa, il caso più noto è stato quello della Silicon Valley Bank. Nelle ultime settimane “le condizioni del sistema bancario sono nettamente migliorate, il sistema è sano e solido”, ha sostenuto Powell. Quanto a casi come quello di Svb “eviteremo che accadano ancora”. Bisognerà lavorare a livello di Vigilanza bancaria, mentre non si è sbilanciato ad auspicare fusioni o aggregazioni. Anzi, “ho sempre pensato che avere banche di varie dimensioni, grandi, medie e piccole sia un vantaggio per la nostra economia, che sia sano averle”, ha detto.
Infine, ha ribadito che nessuno deve dare per scontato che la Federal Reserve interverrebbe per evitare le ricadute di una insolvenza sui pagamenti del debito federale Usa. Questo scenario va evitato in ogni modo possibile ma la responsabilità ricade sul Congresso.