Giappone-Sudcorea, “rimorso” di Kishida non concordato con Seoul
Giappone-Sudcorea, “rimorso” di Kishida non concordato con SeoulRoma, 8 mag. (askanews) – Le espressioni di rimorso del primo ministro giapponese Fumio Kishida per la storia della colonizzazione giapponese della Corea, tra il 1910 e il 1945, durante il vertice di ieri a Seoul col presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, sono arrivate senza una preventiva consultazione con le autorità sudcoreane. Sono state, insomma, una spontanea scelta del capo di governo di Tokyo. L’hanno riferito oggi fonti governative della Sudcorea all’agenzia di stampa Yonhap.
Per i sudcoreani, le espressioni di rimorso di un capo di governo giapponese non sono una novità e in passato affermazioni simili hano mantenuto margine di indeterminatezza nel quale si sono inserite dispute e recriminazioni. Tuttavia, in questo momento, tra Tokyo e Seoul è in corso un rapido disgelo delle relazioni, per cui il contesto fa sì che le parole di Kishida siano state accolte con molta attenzione dall’opinione pubblica sudcoreana. Nella conferenza stampa congiunta dopo il vertice, Kishida ha fatto riferimento alle vittime del lavoro forzato del periodo coloniale, dicendo: “Il mio cuore soffre per il fatto che molte persone abbiano avuto un’esperienza estremamente dolorosa e triste in condizioni difficili in quel momento”.
C’era attesa per le parole di Kishida in Corea del Sud, anche alla luce del fatto che il governo di Yoon ha deciso di prendere in carico, attraverso una fondazione alimentata da donazioni volontarie di aziende sudcoreane, il risarcimento richiesto a due grandi compagnie nipponiche per lo sfruttamneto del lavoro forzato durante il conflitto, in base a una sentenza della Corte suprema di Seoul, per favorire una ripresa delle relazioni con Tokyo e il superamento di una serie di restrizioni commerciali. Yoon è stato criticato per questa scelta dall’opposizione, che ritiene questo passo una concessione eccessiva a Tokyo.
Secondo le fonti della Yonhap, nelle trattative precedenti al delicato vertice, il consigliere per la sicurezza nazionale sudcoreana Cho Tae-yong aveva segnalato al suo corrispettivo giapponese Takeo Akiba l’auspicio di un qualche passo, anche se lo stesso Yoon aveva dato indicazioni di far dire a Kishida di “non sentire troppa pressione” rispetto alla questione delle scuse.