Juice: l’antenna si è aperta, strumento italiano Rime potrà operare
Juice: l’antenna si è aperta, strumento italiano Rime potrà operareRoma, 15 mag. (askanews) – Dopo il lancio dallo spazioporto di Kourou, ritardato solo di 24 ore, il 14 aprile scorso, la missione Juice ha iniziato la sua impresa storica alla conquista delle lune di Giove. Tutto nominale nel lungo viaggio verso Giove, tranne un imprevisto al dispiegamento dell’antenna dello strumento RIME (Radar for Icy Moon Exploration).
Sono state necessarie tre settimane – si legge sul sito dell’Agenzia spaziale italiana – per sbloccare un perno che impediva il completo dispiegamento di uno dei due bracci della lunga antenna di 16 metri. I tecnici dell’ESA hanno movimentato il satellite Juice, con l’uso dei propulsori, per spostarlo in posizione tale da sfruttare il riscaldamento prodotto dal Sole e favorire lo sblocco del meccanismo del perno. Seguito costantemente con estrema attenzione dal centro di controllo della missione dell’ESA, a Darmstadt, che ha operato con diversi step per monitorare la movimentazione dell’antenna, solo ieri sono giunte le immagini del completo dispiegamento dell’antenna, che hanno sollevato dalle preoccupazioni tutta la comunità internazionale, in particolare quella italiana.
Realizzato da ASI in collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA e con un grande coinvolgimento della filiera scientifica e industriale italiana, RIME è un radar ottimizzato per penetrare la superficie ghiacciata dei satelliti Galileiani fino alla profondità di 9 chilometri con una risoluzione verticale fino a 30 m. “Sono stati giorni carichi di preoccupazione in attesa del completo dispiegamento dell’antenna, senza la quale sarebbe stato impossibile utilizzare il radar RIME, uno degli strumenti principali della missione JUICE – dice Barbara Negri, responsabile del Volo Umano e della Sperimentazione Scientifica di ASI – I dati scientifici che saranno prodotti da RIME consentiranno agli scienziati di vedere al di sotto della crosta ghiacciata della Lune per comprendere le caratteristiche del loro sottosuolo e identificare l’eventuale presenza di acqua allo stato liquido”.