Al via il 20 maggio l’Amiata Piano festival con la Nona di Beethoven
Al via il 20 maggio l’Amiata Piano festival con la Nona di BeethovenRoma, 17 mag. (askanews) – L’esperienza pionieristica di Amiata Piano Festival prosegue e con la XVIII edizione si avvicina a grandi passi il ventennale di questo “fitzcarraldico” progetto, che è riuscito a creare un pubblico e un luogo d’eccellenza per la musica nella natura delle pendici amiatine. Quest’anno si festeggerà il 29 luglio un altro importante traguardo: il trecentesimo concerto in duo dei fondatori Silvia Chiesa e Maurizio Baglini, il cui virtuosismo e curiosità sperimentale sono noti in tutto il mondo e hanno rappresentato la vera colonna portante di Amiata Piano festival per 18 lunghi anni di lavoro, ricerca e riflessione. “300 volte Baglini & Chiesa” sarà dunque l’appuntamento centrale del ’23 e godrà della libertà di un programma a sorpresa e variabile, che solo un duo cameristico così consolidato e consonante dal profondo dell’anima, può permettersi di offrire al proprio pubblico.
Ma il cuore libero di Amiata Piano Festival ’23 è di certo circondato da una lunga serie di appuntamenti di grande interesse musicale, che quest’anno vedranno per la prima volta un più stretto intreccio tra tutti gli attori cresciuti sotto l’egida della famiglia Bertarelli, dai vini delle loro cantine alla gastronomia semplice e raffinata della tenuta, per 14 serate d’esperienza davvero sinestetica. Si parte sabato 20 maggio con il concerto d’anteprima Gioia, bella scintilla divina, che apre al Grand Tour Beethoven, progetto del grande maestro del pianismo internazionale Louis Lortie affidato all’amico ed ex allievo d’eccezione Maurizio Baglini, che partendo dalla Nona Sinfonia di Beethoven nella trascrizione di Liszt proseguirà poi con le trascrizioni della prima e sesta a quattro mani con Alexander Kashpurin e Luigi Carroccia il 28 luglio, poi la seconda e la settima sempre a quattro mani con Axel Trolese e Illia Ovcharenko il 26 agosto.
Già il 29 giugno, in apertura del week end Baccus, il pubblico di Poggi del Sasso potrà poi godere di una vera chicca, frutto dell’instancabile lavoro di Silvia Chiesa per accrescere il repertorio per violoncello tra ricerche di testi dimenticati, composizioni nuove e trascrizioni inattese. Si tratta infatti della sua commissione al direttore d’orchestra Giovanni Veneri per orchestrare per violoncello e orchestra il noto testo per pianoforte e violoncello di Richard Strauss Sonata in fa maggiore op. 6. Chiesa ha ottenuto così una nuova opera che mantiene rispettosamente e fedelmente Strauss, ma amplifica, nelle parole del’artista, “quella percezione di una densità articolata di potenzialità e spunti della parte pianistica che mi ha sempre fatto sognare ‘altro’ nei lunghi anni di studio ed esecuzione di questo testo; laddove quell”altro’ non poteva che essere uno sviluppo orchestrale rispettoso e fedele, che semplicemente desse respiro ad un mondo di idee pronte a spiccare il balzo verso spazi sonori più ampi”. Il programma di giugno proseguirà poi con Michele Placido a dar voce al testo del musicologo e divulgatore partenopeo Stefano Valanzuolo per scoprire, tra parole e musica, Il Sosia. Vita Pubblica e Privata di Franz Schubert, musicista, opera dedicata ad una delle figure più complesse, enigmatiche e attuali della civiltà musicale, la cui immensità artistica ha come contraltare la fragilità di una vita che di certo ricorda le biografie dei poeti maledetti del decadentismo e simbolismo francese. Segue lo stimato Quartetto Klimt con la rara trascrizione di Ferdinand Ries dell’Eroica di Beethoven e Richard Strauss, per poi chiudere col programma degli eclettici Fratelli Mancuso, maestri nel coniugare il folk siculo con la contemporanea pop fino alla musica da film.
Il gusto di un eclettismo raffinato nelle combinazioni di generi e formazioni tipico della rassegna amiatina, continuerà poi a luglio con un sestetto e quintetto tutto su Mendelssohn con un ensemble d’occasione di grandi musicisti e amici guidato da Silvia Chiesa e Maurizio Baglini nel migliore spirito di un vero cenacolo cameristico e proseguirà nell’impaginato assolutamente trasversale delle Popsongs della Roma Sinfonietta, dove la canzone napoletana incontrerà le arie più toccanti dell’opera, dal Barocco al grande ‘800, ma anche la follia della Taranta o la raffinatezza di Gershwin. Ad agosto si tornerà in orchestra con un impaginato mozartiano con Maurizio Baglini al pianoforte e l’Orchestra Vittorio Calamani, unica filarmonica under 35 italiana la cui freschezza, novità e talento non potranno che stupire: nata solo nel 2019 ad Orvieto, la Calamani rappresenta senza dubbio al meglio la nuova generazione di straordinari musicisti giovani che sta portando una nuova ventata di entusiasmo, passione e competenza. E ancora il tributo a Leonard Bernstein con un american songbook affidato al Gabriele Coen Jazz Quintet e per chiudere a Natale l’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna coronano un anno di feste e sorprese, convivialità e musica.