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Aglio bianco polesano Dop: una filiera da 6 mln euro

Aglio bianco polesano Dop: una filiera da 6 mln euroMilano, 22 mag. (askanews) – L’aglio bianco polesano Dop è uno dei simboli dei prodotti a Indicazione geografica del Veneto, una regione che, in ambito food, conta 36 prodotti Dop e Igp per un valore economico pari a 433 milioni di euro. Solo nel comparto ortofrutticolo ha 17 prodotti tutelati per un valore alla produzione di 10,5 milioni di euro (Dati Rapporto Ismea-Qualivita 2022).

Presente nell’area del Polesine fin dall’epoca romana, l’aglio bianco polesano Dop può contare oggi su una filiera da 600 tonnellate di produzione certificata annua e 33 operatori capaci di generare 3,3 milioni euro di valore alla produzione, tradotti in 6 milioni euro di valore al consumo. Una produzione molto apprezzata che ha visto una crescita di produzione del +120% negli ultimi 5 anni rispetto ai cinque precedenti (Dati Rapporto Ismea-Qualivita 2022). Ora l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (Icqrf) dei prodotti agroalimentari del ministero dell’Agricoltura ha rinnovato l’autorizzazione, con decreto ministeriale, a Csqa per effettuare i controlli per la Denominazione di origine protetta per l’aglio bianco polesano per i prossimi tre anni.

Dal 2010 il Consorzio di tutela dell’Aglio bianco polesano Dop salvaguarda e valorizza questo prodotto con progettualità diversificate che vanno incontro alle esigenze sia del produttore/confezionatore sia del consumatore. È “La scelta di riconfermare Csqa, organismo di certificazione leader in Italia nel campo delle Indicazioni geografiche – afferma Massimo Tovo, presidente del Consorzio di tutela – è dettata dalla volontà di avvalersi di un ente preparatore e competente che da anni opera nel nostro territorio”. “La nostra conferma quale Ente di controllo – sottolinea Pietro Bonato, direttore generale e Ad di Csqa – è il risultato del lavoro sinergico svolto sul fronte della garanzia e della valorizzazione di questo prodotto simbolo della terra polesana e della produzione ortofrutticola veneta”.