In Brasile il summit dei leader sudamericani voluto da Lula
In Brasile il summit dei leader sudamericani voluto da LulaRoma, 30 mag. (askanews) – Il presidente di sinistra del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha convocato oggi i suoi omologhi sudamericani a Brasilia martedì per un vertice informare con lo scopo di provare a riannodare i legami tra i vari paesi dell’America Latina. In totale, undici capi di Stato si riuniranno nella capitale brasiliana, per la prima riunione di questo tipo dal 2014. Unica assente la presidente del Perù, Dina Boluarte.
Sono passati anche otto anni dall’ultima volta che il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha visitato il Brasile. Lula ha definito ieri “storico” il ritorno di persona di Maduro che era stato dichiarato persona “non grata” dall’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro (2019-2022). “Il Venezuela è sempre stato un partner eccezionale per il Brasile. Ma a causa della situazione politica e degli errori commessi (Maduro) ha trascorso otto anni senza poter venire in Brasile”, ha detto lunedì Lula, dopo un faccia a faccia con Maduro, che da parte sua si è detto commosso dalla “calorosa accoglienza” ricevuta a Brasilia. Le relazioni tra i due Paesi che condividono più di 2000 km di confine terrestre erano inesistenti sotto la presidenza di Jair Bolsonaro, che definì il regime socialista venezuelano una “dittatura”. “Oggi è l’inizio di una nuova era nelle relazioni tra i nostri paesi, tra i nostri popoli”, ha detto il presidente venezuelano, arrivato domenica sera nella capitale brasiliana.
Il vertice di martedì è stato immaginato da Lula come un incontro a porte chiuse relativamente informale, senza alcuna garanzia di una dichiarazione finale. Durante gli incontri, i capi di Stato saranno accompagnati dai loro ministri degli Esteri e da alcuni consiglieri, per un’atmosfera “più rilassata”, ha detto ad AFP una fonte diplomatica brasiliana. Per Gisela Maria Figuereido, responsabile per i rapporti con l’America Latina e i Caraibi del governo brasiliano, l’obiettivo principale è “rinnovare il dialogo” per trovare “una visione comune” in ambiti come la salute, le infrastrutture, l’energia, l’ambiente e il lotta alla criminalità organizzata.
Il capo della diplomazia brasiliana, Mauro Vieira, ad esempio, la scorsa settimana ha rilanciato l’idea di un corridoio tra Oceano Pacifico e Atlantico, per il trasporto di merci via terra. L’ultimo incontro tra presidenti sudamericani è avvenuto nel 2014 a Quito, in Ecuador, in occasione di un vertice dell’Unasur, creato nel 2008 da Lula e dal venezuelano Hugo Chavez, durante la prima ondata di governi di sinistra nella regione.
La svolta conservatrice che si è verificata in seguito ha avuto la meglio su questa unione, e attualmente solo sette dei 12 paesi fondatori rimangono all’interno di Unasur, a cui Brasile e Argentina hanno aderito di nuovo solo quest’anno. Ma la nuova onda rosa, con le recenti elezioni di Lula in Brasile, Gabriel Boric in Cile e Gustavo Petro in Colombia, ha cambiato le carte in tavola, aprendo la strada al ritorno sulla scena venezuelana di Maduro e a un nuovo slancio della collaborazione tra i paesi della regione.