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Vino, “Cantine non usano vetro leggero perché temono calo vendite”

Vino, “Cantine non usano vetro leggero perché temono calo vendite”Milano, 8 giu. (askanews) – Il contenimento del peso delle bottiglie, il loro riciclo e l’indicazione in etichetta del corretto processo di smaltimento, sono fra le proposte europee per ridurre l’impatto ambientale della produzione del vino, a cui si sta affiancando il riuso delle bottiglie usate con un progetto che prevede, entro sette anni, una quota fra il 5 e il 10% di quelle immesse nel mercato europeo (l’80% entro il 2040). Questi temi sono stati al centro del convegno “Vetro leggero, sfide e nuovi trend” che si è tenuto oggi alla Vetreria Etrusca della famiglia Bartolozzi a Montelupo Fiorentino (Firenze), promosso dalla delegazione toscana dell’Associazione Donne del vino.

Durante l’evento è stata presentata un’indagine qualitativa realizzata attraverso 22 interviste a produttrici dell’Associazione Donne del vino di Toscana e Veneto, ideata dalla sommelier Paola Rastelli e curata da Marta Galli, direttore operativo dell’Osservatorio sulla sostenibilità nei settori del vino e dell’enoturismo dell’Università Cattolica di Milano. Dall’indagine emerge la diffusa volontà delle produttrici di contribuire alla riduzione dell’impronta carbonica del vino, e che l’impegno per l’ambiente è visto soprattutto come un dovere etico e non tanto come un’opportunità, dato che l’uso del vetro leggero non ha una certificazione facilmente identificabile dal consumatore e quindi non c’è un ritorno commerciale diretto. La capacità di comunicare le proprie scelte ambientali è invece meno generalizzata ed è migliore nelle aziende sopra ai 50 milioni di fatturato, con particolare riferimento ai mercati scandinavi e anglosassoni. In Italia diventa invece quasi irrilevante, perché il suo utilizzo provoca uno svantaggio competitivo a dimostrazione della forza che ancora hanno le “fake news” che associano il peso della bottiglia all’importanza del vino che contengono.

Un altro problema del vetro leggero è che attualmente dispone di un minor numero di formati, circostanza che può costringere le Cantine a dover modificare il “look” delle loro bottiglie. C’è poi il tema ancora più delicato della tappatura: infatti anche ammettendo un’omologazione dei vetri a pochi formati e l’allestimento di un circuito di recupero delle bottiglie usate, è difficile immaginare l’assenza di differenze fra i colli realizzati da vetrerie diverse. Difformità che potrebbero creare seri problemi ai vini “premium” e a quelli a lungo affinamento. All’iniziativa sono intervente anche la vicepresidente e assessora all’Agroalimentare della Regione Toscana, Stefania Saccardi, e la sua collega alle Politiche Sociali e alle Pari Opportunità Stefania Fontanelli. “L’utilizzo del vetro leggero spesso va di pari passo con quello del biologico o comunque di coltivazioni sostenibili: credo che sia una scommessa importante, bisogna fare molti passi avanti sia sul fronte culturale sia sul tema del riuso del vetro su cui occorre ragionare” ha affermato Saccardi, aggiungendo “noi siamo al vostro fianco e vogliamo come Regione Toscana lavorare assieme a voi perché l’apporto delle Donne del Vino sia un patrimonio non solo di questo straordinaria associazione ma sia un valore da acquisire da parte di tutti”. “L’uso del vetro leggero – gli ha fatto eco Donatella Cinelli Colombini, delegata delle Donne del Vino toscane – è fondamentale per la sostenibilità del comparto enologico così come è determinante per l’economia delle Regione Toscana, perché la produzione di ogni chilogrammo di vetro equivale all’emissione di 2,7 chilogrammi di CO2”.