Il Consiglio Ue ha approvato il Patto su Immigrazione e Asilo
Il Consiglio Ue ha approvato il Patto su Immigrazione e AsiloLussemburgo, 8 giu. (askanews) – Il Consiglio Affari interni dell’Ue ha approvato a maggioranza qualificata il testo di compromesso proposto dalla presidenza di turno svedese sul Patto Ue sull’immigrazione e asilo.
L’Italia ha votato a favore, mentre Polonia e Ungheria si sono espresse contro il compromesso e contro il principio stesso del voto a maggioranza qualificata su una materia che secondo loro avrebbe dovuto essere decisa all’unanimità dai capi di stato e di governo nel Consiglio europeo. Solo quattro Paesi (Malta, Bulgaria, Slovacchia e Lituania) si sono astenuti, gli altri hanno votato tutti a favore.Il testo approvato costituisce ora la posizione comune del Consiglio, che ora su questa base dovrà negoziare con il Parlamento europeo, per arrivare al testo definitivo dei due regolamenti, che riguardano le procedure d’asilo (Apr) e la gestione dell’asilo e dell’immigrazione (Ammr). Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato dopo il voto che “l’Italia ha ottenuto il consenso su tutte le proposte avanzate nel corso del Consiglio odierno”. “In primis – ha affermato il ministro -, abbiamo scongiurato l’ipotesi che l’Italia e tutti gli Stati membri di primo ingresso venissero pagati per mantenere i migranti irregolari nei propri territori. L’Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell’Europa”. “Abbiamo ottenuto – ha continuato Piantedosi – la creazione di un nuovo fondo europeo per i Paesi terzi di origine e transito dei flussi (dimensione esterna)”. Inoltre, “nel sistema, come misura di solidarietà obbligatoria complementare ai ricollocamenti, è prevista anche la compensazione dei ‘dublinanti’”.
“Siamo riusciti a ottenere – ha sottolineato ancora il ministro – un quadro giuridico di riferimento per possibili intese con Paesi terzi sicuri. Abbiamo, altresì, evitato che venissero poste delle limitazioni che avrebbero escluso alcuni Paesi”.
“Anche i termini di responsabilità del Paese di primo ingresso per i casi Sar (ovvero per i migranti sbarcati dopo il soccorso in mare, ndr) sono stati ridotti grazie al nostro intervento. Per la prima volta i casi Sar sono considerati sotto la responsabilità dell’Unione europea”.
“Per quanto riguarda le procedure alle frontiere, su cui l’Italia, a livello nazionale, ha precorso i tempi europei, con le misure introdotte dal Decreto Cutro, siamo riusciti a ottenere la creazione di un sistema efficace di controllo europeo delle frontiere esterne”, ha rilevato ancora Piantedosi.
“Abbiamo anche ottenuto una clausola di revisione del sistema dopo un primo test di sostenibilità”, ha aggiunto il ministro, e ha concluso: “È stata, infine, raggiunta anche l’intesa su misure di sostegno finanziario per la realizzazione operativa (anche mediante infrastrutture) delle procedure di frontiera”.