Cina: Usa non possono decidere se noi siamo Paese in via di sviluppo
Cina: Usa non possono decidere se noi siamo Paese in via di sviluppoRoma, 9 giu. (askanews) – Ma la Cina è o no un “Paese in via di sviluppo”? Questa etichetta è oggetto dell’ultima disputa tra Pechino e Washington, ma a ruoli invertiti rispetto a quanto si immaginerebbe: gli Usa stanno ragiondando di togliere a Pechino lo status di “paese in via di sviluppo”, ma dalla Cina arriva un sonoro “no”.
Ieri la Commissione per gli affari esteri del Senato Usa ha approvato un disegno di legge che, se approvato, cancellerà lo status di “paese in via di sviluppo” per la Cina, togliendo così a Pechino una serie di vantaggi in diversi consessi e accordi internazionali. Il disegno di legge dovrà ora essere approvato dalla plenaria del Senato, dopo che a marzo la Camera dei rappresentanti l’ha già votata conn un risultato senza dissensi: 415 favorevoli e nessun contrario.
Oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, nella quotidiana conferenza stampa a Pechino, ha reagito duramente. “Gli Stati uniti vogliono imporre il titolo di ‘paese sviluppato’ alla Cina non per ammirazione e affermazione dei risultati dello sviluppo della Cina, ma perché vogliono privare la Cina del suo status di paese in via di sviluppo come un modo per frenare lo sviluppo della Cina”, ha affermato il portavoce. “Lo status della Cina di più grande paese in via di sviluppo del mondo ha sia una base fattuale sufficiente che una solida base nel diritto internazionale, e non può essere cancellato da un disegno di legge del Congresso degli Stati Uniti. I diritti legali di cui gode la Cina come paese in via di sviluppo non possono essere cancellati dai politici di Capitol Hill”, ha continuato.
Wang Wenbin ha sottolineato che se la Cina sia o meno un paese in via di sviluppo non spetta agli Stati Uniti deciderlo. “Gli Stati Uniti non possono cancellare le condizioni nazionali di base secondo cui la Cina è ancora un paese in via di sviluppo, né possono fermare i passi decisi della Cina verso il ringiovanimento nazionale” ha rivendicato. “Invece di preoccuparsi di come far indossare alla Cina il cappello di ‘paese sviluppato’, gli Stati Uniti dovrebbero togliersi al più presto il cappello di bulli”.