L’associazione nazionale magistrati: stato di agitazione, Nordio ci riceva
L’associazione nazionale magistrati: stato di agitazione, Nordio ci ricevaRoma, 11 giu. (askanews) – L’Associazione nazionale magistrati esprime “profonda solidarietà ai magistrati coinvolti in questa vicenda e deplora fermamente l’iniziativa intrapresa dal ministro della Giustizia, confermando lo stato di agitazione già deliberato dal Comitato direttivo centrale il 14 maggio 2023”. Così si afferma nella mozione ‘unitaria´ approvata dall’assemblea generale del cosiddetto sindacato delle toghe nell’aula magna della Cassazione rispetto ai provvedimenti adottati da Carlo Nordio nei confronti dei giudici impegnati nella vicenda Artem Uss. E rispetto allo stato di agitazione – secondo quanto si è appreso – su istanza di uno degli associati è venuta meno, nella nota conclusiva, la dicitura “fino al termine del procedimento disciplinare”.
E’ anche indice di una apertura verso gli uffici di via Arenula – si aggiunge – proprio perché l’assemblea ha espresso “preoccupazione” rispetto alla “prospettiva di riforme costituzionali che mirano a modificare l’assetto ordinamentale della magistratura e ad attuare scelte organizzative controproducenti e insostenibili allo stato attuale delle risorse”. Per questo si chiede al presidente Giuseppe Santalucia ed alla giunta di “chiedere con urgenza un incontro con il Ministro della Giustizia”. Perché l’Anm è “soggetto che da sempre ha come unico, irrinunciabile punto di riferimento l’interesse pubblico all’attuazione della giurisdizione secondo il disegno della Costituzione”. Per tutto questo si “rinnova l’invito al Governo a dedicarsi ai gravissimi e improcrastinabili problemi che affliggono la giurisdizione in Italia, resi oggi ancor più pressanti dall’esigenza di conseguire gli obiettivi del PNRR e che attengono in modo preponderante a carenze di risorse e gestionali di competenza e diretta responsabilità del Ministro della giustizia”.
Ed al contempo si “mantiene alta l’attenzione su tutte le eventuali riforme della giustizia, rivendicando il ruolo dell’Anm di interlocutrice, in quanto soggetto che da sempre ha come unico, irrinunciabile punto di riferimento l’interesse pubblico all’attuazione della giurisdizione secondo il disegno della Costituzione”. E poi si dà mandato alle strutture locali della magistratura associata “di promuovere iniziative permanenti di confronto e riflessione – anche attraverso la formazione di Osservatori – con la partecipazione paritaria dell’Avvocatura, dell’Accademia e di tutti gli altri operatori della giustizia sui temi delle riforme proposte dalla politica, in vista di un incontro nazionale; dà altresì mandato alla GEC di stanziare le risorse necessarie a sostenere tali attività”.