Cia Campania: viticoltura in emergenza, serve stato di calamità
Cia Campania: viticoltura in emergenza, serve stato di calamitàRoma, 19 giu. (askanews) – La viticoltura campana è in forte emergenza a causa dei gravi danni causati nei vigneti dalla peronospora, scatenata dalle intense e persistenti piogge di maggio e giugno. E oggi i vertici di Cia Agricoltori Italiani hanno inviato una lettera all’assessore all’agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, e alla direttrice generale delle Politiche agricole regionali, Mariella Passari, chiedendo di attivare “tutte le misure possibili anche con lo stato di calamità del comparto” vitivinicolo.
“Le precipitazioni persistenti di maggio e giugno hanno favorito l’insorgere della distruttiva fitopatia della peronospora. I danni sono ingenti su tutto il territorio campano”, scrivono Raffaele Amore, presidente di Cia Campania, Carmine Fusco, presidente di Cia Benevento e Stefano Di Marzo, presidente Cia Avellino. “La peronospora (Plasmopara viticola) sta causando gravi danni nei vigneti. – continuano i vertici di Cia – Le continue piogge che si sono verificate nei mesi di maggio e giugno, a volte accompagnate da violente grandinate, e il conseguente andamento meteorologico fortemente caldo-umido hanno favorito lo sviluppo incontrollabile della fitopatia”. Queste condizioni atmosferiche e l’impossibilità di entrare nei vigneti allagati nei pochi momenti durante i quali non ha piovuto ha impedito ai viticoltori di eseguire i trattamenti antiperonosporici.
“Ma anche dove sono stati possibili i trattamenti – sottolinea Carmine Fusco – si stanno rivelando incapaci di arginare la malattia fungina ormai dilagante, che ha compromesso in maniera definitiva consistenza e stato di salute dei grappoli”. Per questi motivi l’organizzazione agricola ha chiesto alla regione di attivare tutte le misure possibili, anche richiedendo al Masaf la declaratoria di stato di calamità per attivare le provvidenze previste dal Fondo di solidarietà nazionale. Inoltre, l’associazione agricola chiede che il ministero riveda il metodo e l’impegno dei fondi della Gestione del rischio, prevedendo l’istituzione di un sistema misto Stato-Regioni.