Sudcorea blocca i canali degli influencer nordcoreani
Sudcorea blocca i canali degli influencer nordcoreaniRoma, 23 giu. (askanews) – La Corea del Sud ha bloccato l’accesso locale a tre canali YouTube, presumibilmente gestiti dalla Corea del Nord per scopi di propaganda, su richiesta dell’agenzia di spionaggio di Seoul. Lo riferisce oggi l’agenzia di stampa Yonhap.
I tre canali YouTube — Sally Parks SongA Channel, Olivia Natasha-YuMi Space DPRK daily e New DPRK — non sono accessibili dalla Corea del Sud, con un messaggio sulla piattaforma che recita “non disponibile”. Il National Intelligence Service (NIS) ha chiesto alla Korea Communications Standards Commission, l’ente di censura di Internet del paese, di bloccare l’accesso a quei canali per timore che facciano propaganda verso il pubblico sudcoreano, secondo i funzionari della commissione.
“La Corea del Nord ha gestito tali canali YouTube come parte della sua guerra psicologica contro la Corea del Sud. È nostro compito rispondere”, ha detto un funzionario del NIS. Mentre la piattaforma di streaming video YouTube ha un dovuto bloccare una raffica di profili gestiti da Uriminzokkiri, l’organo di propaganda del Nord, in un’ondata propagandistica giudicata fuori scala rispetto al solito. .
I canali bloccati, che presentano giovani donne e bambini nordcoreani come narratori chiave, sono stati visti come il tentativo del Nord di passare dal suo tradizionale metodo di propaganda a uno stile più coinvolgente rivolto a un pubblico globale più ampio. Il canale SongA di Sally Parks, ad esempio, presenta vlog giornalieri di una ragazzina di 11 anni di nome Song-a, che si presenta come una studentessa delle elementari a Pyongyang che ama leggere i libri di “Harry Potter”.
Nonostante il tentativo di ritrarre la vita quotidiana nel Nord, gli osservatori hanno espresso l’opinione che i canali YouTube facciano parte di uno schema di propaganda attentamente orchestrato in un paese in cui l’accesso a Internet e ai contenuti esteri è limitato. Gli organi di propaganda della Corea del Nord – dove l’accesso a internet è rigidamente negato ai comuni cittadini – utilizzano varie piattaforme di social media, tra cui Instagram e Twitter, per fare propaganda al regime.