Sanità Lazio, convegno su oncologia: focus su importanza reti integrate
Sanità Lazio, convegno su oncologia: focus su importanza reti integrateRoma, 28 giu. (askanews) – Il Piano Nazionale Oncologico 2023-2027, adottato il 26 gennaio 2023 con Intesa in Conferenza Stato-Regioni, mira a definire un complessivo approccio al cancro delineando, anche in coerenza con il Piano europeo contro il cancro 2021 (Europe’s Beating Cancer Plan), obiettivi ambiziosi, ma perseguibili e misurabili in tema di promozione della salute e prevenzione, individuazione precoce e diagnosi, presa in carico e cura. Nella visione nazionale e regionale, a fianco della Rete Oncologica, saranno determinanti le reti integrate di supporto: l’organizzazione a rete è l’unico modello possibile per garantire un accesso e una presa in carico pronta, uniforme ed equa al paziente.
Il convegno ‘Sos: focus oncologia Lazio, un cantiere in costruzione di cui le fondamenta sono le reti’, organizzato da Dreamcom presso la sede della Regione Lazio, ha dato luogo a un dibattito tra rappresentanti istituzionali ed esperti del settore sul tema dello sviluppo di una rete oncologica integrata e diretta ai bisogni del paziente. Obiettivo del convegno è stato quello di porre l’attenzione al contributo delle rappresentanze delle categorie professionali e dei cittadini all’implementazione dei modelli di rete, con un focus finale sull’evoluzione della figura del farmacista ospedaliero nelle Breast Unit. L’evento, che ha visto la moderazione della Prof.ssa Carla Bruschelli, è stato introdotto dal saluto istituzionale del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca: ‘Il tema è fondamentale, siamo a lavoro insieme al nuovo Direttore Generale della Sanità Andrea Urbani, per ridefinire la rete oncologica. (…) La Sanità del Lazio, soprattutto nel panorama oncologico, è ancora romanocentrica in maniera importante. (…) Non posso permettere che una persona da Frosinone, Latina o Rieti, per trovare un’adeguata risposta, debba arrivare fino a Roma. Anche per le cure oncologiche in day hospital ci sarà un’attenta rivisitazione della mobilitazione e della mobilità dei nostri pazienti e utenti. Questa è l’attenzione massima che stiamo cercando di dare in ottica anche della razionalizzazione della spesa. In questo momento, la Rete è rimasta penalizzata e intrappolata in un Piano di rientro che è stato portato avanti in un’ottica solo economica, quando doveva essere accompagnato da un’ottica di visione dei bisogni dei territori. Il nostro è un percorso che richiederà un po’ di tempo, ma l’accompagnamento deve essere dolce e non traumatico, perché in mezzo c’è la vita e la dignità delle persone. (…) Si tratta di una trasformazione importante che speriamo possa mettere fine a questa mobilità inaccettabile’.
Ad aprire i lavori l’intervento di Elio Rosati, Segretario regionale Cittadinanzattiva Lazio, che ha sottolineato l’urgenza di un nuovo modello organizzativo attraverso un dato: ‘La base per ogni tipo di decisione politica sono i dati: 50.000 nuovi casi di tumori in Regione Lazio’. A portare alla luce l’importanza del modello reticolare Paolo Marchetti, Presidente FMP, che sottolinea come la Regione Lazio sia arrivata a un ‘Comprehensive Cancer Network, un collegamento operativo tra tutti coloro che si occupano di oncologia per evitare che sia il paziente a dover trovare una risposta eccellente ai suoi bisogni. Il Network vuole identificare un percorso idoneo a rispondere alle esigenze dei pazienti, ma bisogna superare le difficoltà in termini di condivisione dei dati’.
Alessandra Fabi, Coordinatrice AIOM Lazio, si è concentrata sul tema della cura, sottolineando l’importanza della formazione e della ricerca: ‘Quest’anno abbiamo fatto un censimento di tutti gli studi clinici presenti in Regione: il Lazio è ricco di studi clinici, nelle diverse patologie ne sono stati contati circa 200. Questo serve a tutti i clinici per indirizzare i pazienti nel loro percorso di cura’. A rappresentare la categoria dei farmacisti Marcello Pani, Segretario Nazionale SIFO, che ha sottolineato come ‘la figura trasversale del farmacista sia in questo ambito particolarmente rappresentativa, perché interveniamo in tutti i processi che servono a garantire l’accesso alle terapie.’ Coerentemente con il modello a rete a tema del convegno, sottolinea anche che ‘Il paradigma della gestione delle terapie personalizzate ci impone un modello organizzativo di condivisione e di un team multidisciplinare’.
Rosario Mete, Presidente CARD Lazio, porta alla luce le esperienze positive: ‘Il 13 giugno abbiamo fatto in Regione Lazio una selezione delle migliori esperienze di sanità pubblica distrettuale, attribuendo anche dei premi con una giuria indipendente delle Università di Roma. Si è classificato al terzo posto il Centro di Oncologia Territoriale della Casa della Salute di Aprilia: abbiamo dunque dimostrato che è possibile fare assistenza oncologica sul territorio, e dobbiamo esportare anche altrove questo esempio positivo’. Allo stesso tempo però, evidenzia la necessità di un nuovo modello: ‘Un’assistenza domiciliare adiuvata dalle forme di telemedicina può essere la svolta, ma c’è bisogno di superare gli ostacoli che la bloccano’. Dello stesso parere Teresa Gamucci, Delegato regionale Lazio CIPOMO: ‘Bisogna prendere iniziative che già sono state elaborate sulla carta e che parlano di prossimità: dovremmo traghettare con garbo e disponibilità una serie di pazienti che non hanno bisogno di venire in un ospedale per acuti; il follow up dopo i 5 anni dovrebbe essere delegato con incontri telematici’. A rappresentanza della categoria degli anatomopatologi Claudio di Cristofano, Presidente SIAPEC Lazio: ‘Con la rete si abbattono i tempi: in media ci vogliono 15-20 giorni per una diagnosi, a causa di una carenza di organico e un aumento dei pazienti. Da quel momento passano fino a 60 giorni per ricevere la conferma della diagnosi e l’inizio di un percorso di cura. La rete diventa essenziale perché il paziente, appena ricevuta una diagnosi, deve avere chiaro il percorso’. Ad introdurre la tavola rotonda dal titolo ‘Il network tecnico che garantisce l’accesso alle cure e l’evoluzione della figura del farmacista ospedaliero’ è stato Francesco Saverio Mennini, Docente di Economia Politica ed Economia Sanitaria presso l’Università degli studi di Roma ‘Tor Vergata’: ‘L’approccio da adottare per le scelte in sanità è di medio-lungo periodo, considerando i costi come investimenti. Lo screening diventa così un investimento in quanto fa emergere velocemente le patologie del paziente, andando a ridurre mortalità e disabilità, e portando un impatto positivo in termini di costi nel sistema sanitario, sociale e previdenziale; questi indicatori andrebbero considerati nella misurazione dei risultati, ribilanciando i modelli di valutazione attuali’. Claudio Oreste Buonomo, Responsabile UOS di Chirurgia Senologica presso il Policlinico ‘Tor Vergata’, anche sulla base della sua esperienza nel territorio di Tor Bella Monaca, ha affermato che ‘i medici di base e le farmacie sono il punto di partenza per il territorio, per capire quali sono le reali esigenze dei pazienti’. A sottolineare l’importanza del ruolo del farmacista all’interno degli ospedali Daniele Santini, Direttore UOC Oncologia Medica del Policlinico Universitario Umberto I: ‘È necessario introdurre la figura del farmacista ospedaliero nei PDTA, fondamentale in termini di disponibilità dei farmaci, indicazione, programmazione, appropriatezza e risparmio economico’. In accordo anche l’intervento di Teresa Gamucci: ‘I farmacisti sono un elemento imprescindibile affinché l’oncologia possa performare in modo efficace. Nei trattamenti oncologici, ai pazienti vengono spesso somministrati anche 4 farmaci nella stessa seduta, ed è imprescindibile un rapporto di fiducia reciproca e di comprensione’. Alessandra Fabi ha sottolineato il ruolo empatico del farmacista: ‘Il passaggio da una mano all’altra del farmaco passa proprio dal farmacista, ed è un passaggio non solo fisico ma comunicativo, perché la maggior parte dei farmacisti parla con i pazienti dopo la prescrizione dei farmaci da parte dell’oncologo’. A chiudere l’evento Claudio Pisanelli, Referente Nazionale SIFO, che restituisce valore alle professioni invisibili, tra cui quella del farmacista ospedaliero, che ha definito ‘tanto invisibile quanto presente e utile in tutti i diversi percorsi’. Infatti, fa notare come la figura del farmacista non sia citata ‘nemmeno nei decreti, nel PNRR, nella delibera delle reti e nella maggior parte dei PDTA’ pur essendo di fondamentale importanza nei percorsi di oncologia. I dati. Il Registro Tumori Regionale riporta un numero di nuovi casi nel 2018 di circa 36.000 distribuiti equamente tra i generi, di cui la metà residenti nel comune di Roma, poco più di 3000 casi nelle province di Latina e Frosinone, 2000 a Viterbo e circa 1000 residenti nella provincia di Rieti. Il 13,4% di tutti i tumori riguarda la mammella (solo donne), mentre l’11,9% riguarda il colon-retto e ano ed il 10,7% i bronchi e polmoni. I tumori ematologici rappresentano il 6,1% dei tumori. Il tasso standardizzato di mortalità per gli uomini risulta pari a 325 per 100.000 residenti ed è in diminuzione (393 per 100.000 nel 2008); anche per le donne il tasso standardizzato di mortalità è in calo (da 218 per 100.000 nel 2008 a 197 per 100.000 nel 2018). Fonte:https://www.regione.lazio.it/sites/default/files/documentazione/SAN-DD-G01829-14-02-2023-Allegato1.pdf