Pnrr, Meloni chiama “tutti ai remi”: in gioco futuro Italia
Pnrr, Meloni chiama “tutti ai remi”: in gioco futuro ItaliaMilano, 3 lug. (askanews) – Maggioranza e opposizione, tutti i livelli istituzionali, sindacati, aziende, magistrati, intellettuali, gente comune. Giorgia Meloni chiama tutti a bordo di quella che chiama “la nave più bella del mondo”, tutti a “remare nella stessa direzione”, che è quella della realizzazione del Pnrr. Un appello che suona anche come un’accusa: nell’intervista al Corriere della Sera la premier aveva parlato di “allarmismo” e di “Tafazzi”, ma dal palco della Assemblea generale di Assolombarda va oltre: “C’è chi tifa perchè si fallisca”. Eppure, “qui non è in gioco un governo ma la modernizzazione dell’Italia e la sua credibilità internazionale”.
La presidente del Consiglio si dice “dispiaciuta”, “anche se non mi stupisce”, che il Pnrr “sia diventato terreno di scontro”. Ma agli industriali di Assolombarda assicura: “Quei soldi li metteremo a terra, costi quel che costi”. Anche se, tiene a precisare, “il piano non lo ha scritto o negoziato questo governo. Modificheremo le parti da cambiare, faremo le norme necessarie, contratteremo con la Commissione, supereremo le lungaggini degli enti locali. Faremo quello che va fatto e metteremo tutti ai remi e se qualcuno vorrà restare a guardare, vorrà dire che quando avremo finito avrà imparato una lezione”. La platea applaude, Meloni assicura il dialogo: “Il Governo è consapevole che è impossibile affrontare da solo le sfide, per qusto abbiamo recuperato lo spirito di confronto e inaugurato un nuovo metodo caratterizzato da un dialogo costante e aperto con le parti sociali”. In particolare con gli imprenditori “possiamo e dobbiamo lavorare insieme. Non sempre saremo d’accordo su tutto, ma questa nazione si può salvare, può ancora stupire e dimostrare al mondo quanto vale”.” Con un modello industriale che “non ha nulla da imparare da nessuno, semmai ha qualcosa da insegnare”, prosegue accarezzando la platea. Che applaude quando la premier chiede una transizione ecologica “fatta con criterio: non possiamo smantellare la nostra economia per inseguirla”.
“E dal nuovo centro di ricerca del Gruppo Comazzi, dove si svolge l’assemblea, assicura il sostegno del governo all’innovazione, in particolare con un Chips Act italiano: “La politica dei semiconduttori si inserisce in un piano più ampio per rendere l’Italia sempre più competitiva, il ramo hitech ha bisogno di un’evoluzione per attirare imprese dall’estero ed evitare fughe dall’Italia”. Una strategia che serve anche a conrtastare gli effetti dell’Inflation Reduction Act americano, e a sfruttare il decoupling degli Usa dalla Cina: “Possiamo porci come fornitore alternativo, almeno per alcune materie prime critiche, estratte o processate in Europa e nei segmenti più carichi di innovazione e contenuto tecnologico”