Lazio, in 1.000 per l’ultimo saluto a Vincenzo D’Amico
Lazio, in 1.000 per l’ultimo saluto a Vincenzo D’AmicoRoma, 4 lug. (askanews) – Mille persone hanno voluto portare l’ultimo saluto stamane a Vincenzo D’Amico, bandiera della Lazio degli anni 70, componente della squadra che ha vinto lo scudetto nel 1974 i cui funerali sono stati celebrati nella Chiesa Gran Madre di Dio, nella piazza di Ponte Milvio. La stessa chiesa in cui vennero officiati i funerali di Tommaso Maestrelli (nel 1976) e Bob Lovati (nel 2011). D’Amico è stato ricordato anche da uno striscione della curva: “Chi non tradisce diviene immortale, Onore a Vincenzo vero laziale”.
Presente il ministro dello sport, Andrea Abodi, e ovviamente la società biancoceleste con Claudio ed Enrico Lotito, oltre che Danilo Cataldi. Presenti anche alcuni componenti della Primavera come Magro, Napolitano, Floriani e Bertini. La Federcalcio ha rinviato la presentazione della Strategia di Sostenibilità 2030 prevista oggi al Maxxi. D’Amico è scomparso a Roma sabato scorso, dopo aver perso la battaglia con una grave malattia che lo ha colpito alcuni mesi fa e con la maglia della Lazio ha giocato 14 stagioni, intervallate solo da un anno al Torino, mettendo insieme 338 presenze e 51 gol in tutte le competizioni, con lo scudetto vinto nella stagione 1973/74. Vincenzo D’Amico riposerà a Latina e aveva espresso la volontà di organizzare il funerale nella sua città di nascita nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Goretti, l’oratorio dei Salesiani in cui da bambino aveva cominciato a giocare a pallone.
“Non l’ho mai visto rattristito, anche quando ne avrebbe avuto motivo – ha detto – Quello che mi porterò nel tempo è il sorriso fuori e dentro. Una persona fantastica”. “In qualsiasi momento, anche quando non ci sentivamo per un po’, c’era sempre la sintonia, la stima e l’amicizia – ha concluso – Aveva il sorriso nell’anima. Ha apprezzato la vita anche nei momenti di difficoltà, con un’umanità mai cambiata nel tempo”. “E’ stata una grande perdita come club della Lazio – le parole del presidente biancoceleste Claudio Lotito – Una persona che ha fatto la storia del nostro club, nel cuore dei nostri tifosi. E’ stato un punto di riferimento e in questo momento di tristezza ho sentito il dovere, l’obbligo di essere presente per testimoniare che la nostra storia non viene mai dispersa né dimenticata ma rimarrà sempre per il futuro come esempio di attaccamento ai nostri colori biancocelesti. Stiamo predisponendo una serie di attività per vedere che tipo di attività dobbiamo intraprendere. Bandiere oggi? Si tratta di impostare un atteggiamento nei confronti di tesserati diverso da quello basato esclusivamente alla prestazione sportiva e alla remunerazione. Devono essere portati avanti i valori dello sport che prevedono attaccamento al club alla maglia per la quale combattono sul campo non solo per interessi materiali ma per l’orgoglio e l’appartenza”