Rifiuti Roma, sindaci e comitati no inc si convocano al Tar
Rifiuti Roma, sindaci e comitati no inc si convocano al TarRoma, 4 lug. (askanews) – Il Tribunale amministrativo del Lazio ha fissato per oggi l’udienza di merito dei 5 ricorsi contro la costruzione di un inceneritore per la Capitale alle 10.45 nella sede di via Flaminia, 189 e i ricorrenti, tra i quali i sindaci di Albano, Massimiliano Borelli, e Ardea, Maurizio Cremonini, il Forum Ambientalista, che rappresenta le associazioni del territorio riunite nella Rete Tutela Roma Sud, e le Aziende agricole, che difendono soprattutto la salubrità dei propri prodotti, danno appuntamento a stampa e cittadini a margine della convocazione.
Il ricorso, secondo i promotori, “può salvare la Città di Roma da un errore in grado di rovinare un territorio di pregio per sempre. Ricordiamo infatti – aggiungono- che questo tipo di impianti non sono finanziabili con risorse comunitarie perché producono un danno significativo all’ambiente e, inoltre, dal 2028 saranno disincentivati anche dal sistema per lo scambio delle quote di emissione dell’Unione Europea (Ets), in base al quale i romani dovranno pagare per le emissioni di CO2 prodotte, invece di essere pagati per le materie prime differenziate. Il risultato a livello europeo è una progressiva riduzione di questo tipo di impianti, sempre più sostituiti da impianti di riciclo”. Desta molta preoccupazione, aggiungono, “anche il sistema dei controlli per gli inceneritori esistenti, l’ultimo caso è quello di Livorno dove ancora una volta è la cittadinanza attiva a costringere le istituzioni competenti a effettuare controlli, che puntualmente fanno emergere irregolarità. Nel 2022, ad esempio, l’agenzia sanitaria regionale francese ha imposto il divieto di consumo di uova provenienti da allevamenti a terra nell’area dell’inceneritore d’Ivry-Parigi a causa dei livelli di diossina riscontrati”.
Nel 2018, ricordano i ricorrenti, “l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha stabilito che i limiti di diossina negli alimenti sono insufficienti a tutelare la salute umana e vanno ridotti di 7 volte. A distanza di 5 anni, mentre gli Stati membri cercano un accordo per recepire tale indicazione nei regolamenti, l’indicazione scientifica resta: i limiti di emissioni inquinanti non tutelano la salute delle persone”, concludono.