Maggior porto merci del Giappone bloccato da cyberattacco
Maggior porto merci del Giappone bloccato da cyberattaccoRoma, 5 lug. (askanews) – Un cyberattacco ha bloccato il principale porto merci del Giappone, quello di Nagoya. Secondo quanto riferisce la televisione pubblica NHK, da ieri è stato rilevato un guasto nei sistemi informatici destinati al carico e scarico dei container che ha portato gino a oggi a un blocco delle attività.
Secondo l’Autorità portuale di Nagoya, l’avviso ricevuto mostra che a bloccare il sistema sarebbe stato un virus informatico “ransomware”, cioè un programma che blocca il sistema chiedendo un riscatto per lo sblocco dello stesso. Il terminal merci di Nagoya movimenta circa 10mila container al giorno. Si tratta di materiali essenziali all’approvvigionamento del sistema industriale giappjnese, a partire dall’industria automobilistica.
La casa automobilistica Toyota Motor ha precisato che “al momento non ci sono impatti” sulla sua produzione, perché c’è magazzino, anche se al momento non c’è la possibilità né di caricare né di scaricare merci. La situazione comunque è seguita con preoccupazione dagli esperti. “È una situazione piuttosto seria, è raro che le funzioni del porto si interrompano, con l’impossibilità di scaricare merci. Sono preoccupato che la confusione si stia diffondendo “, ha detto ala NHK Ryuichi Shibasaki, professore associato presso la scuola di specializzazione dell’Università di Tokyo che ha familiarità con le spedizioni e la logistica.
Secondo il ministero del Territorio, delle Infrastrutture, dei Trasporti e del Turismo, l’attacco informatico al porto di Nagoya sarebbe stato realizzato da un gruppo di hacker chiamato “Killnet”, il quale avrebbe affermato di aver lanciato un attacco DDoS contro la società che gestisce il porto già nel settembre dello scorso anno. Yu Arai di NTT DATA, esperto di attacchi informatici come i ransomware, un virus informatico che richiede un riscatto, ha commentato: “Penso che sia la prima volta che una base di distribuzione in Giappone viene fermata da un attacco informatico. È un caso serio che può influenzare la vita dei comuni cittadini”.