Calce armata al grafene: rivoluzione nel mondo delle pitture per edilizia
Calce armata al grafene: rivoluzione nel mondo delle pitture per ediliziaRoma, 6 lug. (askanews) – E’ ritorno al futuro, nel campo dell’edilizia. La calce, materiale principe nelle costruzioni romane, narrato già nell’anno 15 a.C nel “De architectura” di Vitruvio, ha dettato le regole nella cultura costruttiva e decorativa dei palazzi, degli acquedotti e dei porti, influenzando tutta l’urbanistica delle città italiane anche nei secoli a venire. Purtroppo negli ultimi anni gli inquinanti presenti nelle città e le piogge acide hanno inferto un duro colpo alla resistenza dei materiali a base di calce, mettendo in forte discussione le teorie di Vitruvio e la possibilità di utilizzarli ancora. Tutto questo fino a tre anni fa quando una università italiana e due aziende – una italiana e una spagnola – hanno dato vita a una rivoluzionaria scoperta nel campo delle pitture per edilizia, ovvero: CALCENE, la “calce armata” al grafene. Un mix fra passato e futuro, tradizione e innovazione.
Nel 2010 – spiega Gianni Martinetti, Ceo del Gruppo Covema Vernici di cui Sandtex fa parte – due scienziati specializzati nel campo delle nanotecnologie vincono il Premio Nobel per la fisica perché scoprono un materiale rivoluzionario, il Grafene. Già dopo pochi anni da quella scoperta si sviluppano una serie di materiali compositi super sottili, elastici, leggeri e super resistenti, all’avanguardia in diversi campi. Partendo da qui, tre anni fa, decidiamo di approfondire il tema e, in partnership con l’Università di Trieste e l’azienda spagnola Graphenstone, avviamo un progetto innovativo che sta già segnando il futuro delle costruzioni e dell’edilizia”. Il progetto si è concentrato sulle possibili interazioni fra la calce naturale e appunto il grafene con risultati di grande rilevanza: “Dopo studi e numerose prove -ricorda Martinetti- siamo riusciti a mettere a punto la più innovativa rivoluzione sulla calce dai tempi di Vitruvio, ovvero un film di pittura con una resistenza meccanica e un’adesione mai vista prima. Con lo stesso concetto del cemento armato, siamo riusciti a inglobare nel grassello di calce la sottile e robustissima rete di grafene, dando al nostro storico materiale vantaggi inaspettati. Il prodotto che è uscito dai laboratori lo abbiamo chiamato Calcene e lo abbiamo definito, a giusta ragione, la calce armata al grafene. Le sue caratteristiche stanno avendo e avranno un impatto straordinario sulle nostre città che ritroveranno i colori consumati da decenni di inquinanti e piogge acide con un prodotto storico e innovativo che non perde la sua naturalità, la sua origine minerale, la sua sostenibilità e la sua capacità di assorbire la CO2 mentre asciuga in parete”.
Alta adesione e flessibilità, lavabilità, elevata resistenza all’abrasione, alle intemperie, alle piogge acide e semplicità d’uso sono solo alcune delle caratteristiche innovative del Calcene: “Per questi motivi -sottolinea il Ceo Sandtex – riteniamo di essere davanti a un vero e proprio cambio di paradigma, alla prospettiva di ridare alle facciate dei nostri palazzi, in particolare quelli storici, l’antica bellezza e le tonalità di un tempo. Siamo già intervenuti in diversi cantieri che hanno dimostrato l’efficacia del trattamento, i più recenti a Torino e a Napoli. Ma, in collaborazione con Graphenstone, interventi simili sono stati compiuti a Barcellona, ad Alicante, in alcuni palazzi di Auckland, in Nuova Zelanda, e a Kiev, prima dell’inizio della guerra. Ma non solo. Il Calcene è stato utilizzato in diverse tipologie di edifici. Alberghi, negozi, ospedali e persino chiese. Come la Cattedrale di Panama, una costruzione del 1688 che ora ha ritrovato gli antichi colori e la straordinaria bellezza che, nel tempo, era stata, diciamo così, offuscata”. Due i principali lavori in corso in Italia. Torre Caselli è una villa di campagna dei marchesi Caselli ai Colli Aminei, un quartiere di Napoli. Vi abitò il pittore Antonio Bertè che vi tenne il suo studio fino agli inizi degli anni Novanta: “L’edificio -dice Martinetti- era stato abbandonato e risultava in rovina. Con la ristrutturazione e l’applicazione del Calcene in facciata, la costruzione è tornata a splendere nel rispetto del progetto originario. Stessa cosa a Torino, dove però ci siamo occupati degli interni di un palazzo storico che si trova in via Peyron. In particolare siamo intervenuti sulle scale dell’edificio e, anche in questo caso, abbiamo cancellato decenni e decenni di incuria e degrado. Il palazzo, fra le altre cose, è stato uno dei protagonisti della recente edizione di Open House, l’evento dedicato ai luoghi d’interesse in città: architettura, interior design, patrimonio storico, paesaggio urbano”.