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Giappone, hacker russi Lockbit dietro blocco del più grande porto merci

Giappone, hacker russi Lockbit dietro blocco del più grande porto merciRoma, 6 lug. (askanews) – C’è il noto gruppo di hacker russofoni Lockbit dietro l’attacco ransomware che ha paralizzato per un giorno e mezzo il più importante porto merci del Giappone, quello di Nagoya, fondamentale hub di spedizione per la più grande casa automobilistica del mondo, la Toyota Motor. Lo scrive l’agenzia di stampa nipponica Kyodo.

I movimenti di container nel porto mercantile sono parzialmente ripresi oggi, ha affermato l’agenzia portuale di Nagoya. Ma il lavoro di ripristino del sistema informatico di carico e scarico del terminal merci ha richiesto più tempo e lavoro del previsto per i tecnici nipponici. Le attività di carico e scarico erano sospese da martedì, creando ritardi nei piani di spedizione di alcuni produttori di auto e componenti.

Il gruppo di hacker, LockBit, ha chiesto un riscatto per restituire il controllo del sistema, secondo l’ente di gestione. L’associazione ha dichiarato di non essere entrata in contatto con LockBit e di non aver pagato alcun riscatto. Il ransomware è un malware che crittografa i dati e consente all’attaccante di richiedere il pagamento in cambio del ripristino dell’accesso.

Lockbit è ormai una celebrità nel mondo dello hacking. A inizio anno ha effettuato un attacco che ha paralizzato la Royal Mail del Regno unito, ma ha colpito anche strutture sanitarie e aziende. Ha colpito anche diversi enti in Italia. Gli affiliati al blog, raggiungibile attraverso Tor, hanno sostenuto in passato di essere apolitici.

Toyota, dal canto suo, ha segnalato che monitorerà attentamente “qualsiasi impatto sulla produzione esaminando attentamente l’inventario delle parti”. Ma il gruppo ha anche rassicurato di aver operato con un diverso sistema informatico. Il porto merci di Nagoya è il più grande del Giappone dal 2002. Il suo volume di carico nel 2022 ha raggiunto 163,58 milioni di tonnellate.