Taiwan, Xi a militari cinesi: siate pronti al combattimento
Taiwan, Xi a militari cinesi: siate pronti al combattimentoRoma, 7 lug. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping, ispezionando il Comando di teatro orientale dell’Esercito di liberazione popolare, che ha la funzione di controllare lo Stretto di Taiwan, ha chiesto un rafforzamento dell’”addestramento al combattimento” per migliorare “la capacità di vincere qualsiasi guerra”. Lo riferiscono oggi i media cinesi.
“È imperativo per noi approfondire la pianificazione della guerra e del combattimento, aggiornare il sistema congiunto dei comandi di teatro, concentrarci sull’effettivo addestramento al combattimento e migliorare la nostra capacità di vincere qualsiasi guerra”, ha detto ieri Xi durante un giro di ispezione del quartier generale del comando a Nanchino. Ha anche dato atto dei “contributi significativi” del comando nella salvaguardia della sovranità territoriale della Cina, dei diritti e degli interessi marittimi e dell’unità nazionale. “Il mondo è entrato in un nuovo periodo di turbolenze e cambiamenti e la situazione della sicurezza del nostro Paese è diventata sempre più instabile e incerta. È necessario tenere a mente la nostra missione e i nostri compiti in ogni momento, rimanere concentrati nella risoluzione dei problemi, aumentare il senso di urgenza e fare di tutto per adempiere alle principali funzioni di combattimento”, ha detto il leader cinese.
Il Comando di teatro orientale svolge regolarmente esercitazioni al combattimento nello Stretto di Taiwan, che si sono intensificate dall’estate dell’anno scorso, dopo la visita dell’allora speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, a Taipei e con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali taiwanesi, in cui si deciderà la successione all’attuale presidente Tsai Ing-wen. Pechino spera che la nuova leadership si muova su una linea meno vicina ai temi dell’indipendenza rispetto a quanto accaduto nell’era Tsai. Il candidato del partito di Tsai, William Lai, ha recentemente assicurato che non intende proclamare l’indipendenza laddove dovesse essere eletto, ma Pechino vede con sfavore una successione tutta interna al Partito democratico-progressista e punta su altri cavalli.