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Grillo: capitalismo sul burrone, ma non riusciamo a immaginare fine

| Redazione StudioNews |

Grillo: capitalismo sul burrone, ma non riusciamo a immaginare fineMilano, 13 lug. (askanews) – “La globalizzazione, per gran parte dei paesi del mondo, per come è stata gestita, assomiglia ad un patto col diavolo. Nel mondo, meno di 30 persone posseggono le ricchezze di quasi 4 miliardi di persone. Stiamo prosciugando il pianeta e consentendo che milioni di persone muoiano di fame per mantenere in vita un modello che non sembra dare più nessun frutto”. Lo scrive Beppe Grillo in un post sul suo blog. “Dicono che io sia un sognatore, ma i sognatori veri sono quelli che credono che si possa andare avanti con questa crescita all’infinito. Io sono un sognatore che si è risvegliato. Siamo come Willy il Coyote, sospesi senza guardare in basso, perché in basso c’è il burrone. Dobbiamo costringere questo sistema a guardare in basso… è sospeso lì e non guarda. Oggi l’economia del mondo è la coda che muove il cane e non il contrario. Tutto è possibile, e l’impossibile è diventato possibile. Possiamo immaginare la fine del mondo coi film apocalittici di qualsiasi genere, ma non riusciamo a immaginare la fine di questo tipo di capitalismo”.

Per Grillo “non ci rendiamo conto di vivere in una nuova forma di povertà collettiva, che scaturisce da un tipo di risorse che ha cambiato il cittadino in cliente; per la prima volta nella storia, l’uomo si sta trasformando in una materia prima che viene lavorata, plasmata, immagazzinata, venduta e trasformata in dati. La velocità della tecnologia e l’intelligenza artificiale stanno erodendo milioni di posti di lavoro a livello globale, rendendo il fattore umano superato. Le fabbriche sono sempre più automatizzate e si riesce a mantenere la produzione mondiale senza l’apporto umano. Ogni paese, dagli Stati Uniti alla Cina, dall’India al Giappone, deve partecipare e ogni settore, dall’energia ai trasporti, dal cibo alla tecnologia, deve essere trasformato”.