”Contro cambio clima viticultura eroica punti su mix tradizione-scienza”
”Contro cambio clima viticultura eroica punti su mix tradizione-scienza”Milano, 14 lug. (askanews) – “La chiave del successo sta nel combinare le conoscenze tradizionali dei viticoltori con l’innovazione e il rigore scientifico. In questo modo, le aziende agricole possono ottimizzare gli investimenti per un paesaggio agricolo più funzionale, sostenibile e sicuro: un’alleanza vincente per affrontare queste diverse sfide naturali e antropiche”. Lo sostengono i ricercatori del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (Tesaf) dell’Università di Padova nell’articolo “Sfide ambientali e socio-economiche per la viticoltura eroica in un clima in evoluzione” pubblicato sulla rivista scientifica “iScience”.
“Da un punto di vista climatico, attualmente sono due le principali sfide dovute all’intensificazione del ciclo idrologico: precipitazioni e siccità estreme. Da un lato, piogge intense e localizzate possono provocare grave erosione del suolo agricolo e innescare frane su pendii terrazzati. Dall’altro, il protrarsi di condizioni di severa siccità (il 2022 è stato un anno estremo da questo punto di vista) sta creando criticità senza precedenti in termini di gestione dell’acqua” spiegano i ricercatori del team guidato dal professor Paolo Tarolli, ricordando che “l’ultimo mezzo secolo è stato caratterizzato dall’esodo rurale e dal graduale abbandono dei paesaggi montani. Le nuove generazioni – continuano – non sono disposte a continuare a lavorare in condizioni estreme se i benefici economici non sono abbastanza soddisfacenti e se non viene intrapresa una chiara e concreta azione politica comunitaria a loro supporto”. Che fare dunque per tutelare i vigneti e i paesaggi culturali unici, fatti di persone e tradizioni, che sono oggi rischio a causa dei cambiamenti climatici?. Innanzitutto serve intervenire sul territorio per una migliore e più sostenibile gestione della risorsa idrica, “anche offrendo linee guida pratiche come ad esempio la messa in opera di microinvasi, in grado di agire in caso di precipitazione estrema (laminazione del deflusso e mitigazione piene) o mancanza d’acqua (riuso dell’acqua meteorica raccolta per irrigazione di emergenza). Inoltre gli studiosi del Tesaf ricordando che le nuove tecnologie di telerilevamento consentono di “digitalizzare” i versanti coltivati ad altissima risoluzione, permettendo così di simulare le precipitazioni e i deflussi d’acqua nei vigneti e guidare la progettazione delle opere in un’ottica di agricoltura di precisione.
Nello studio infine si sottolinea l’importanza di fare rete tra scienziati, aziende agricole, associazioni di categoria, enti locali, consumatori e decisori politici per una migliore comprensione delle problematiche e per la ricerca di soluzioni di mitigazione. Da qui l’importanza dell’educare le nuove generazioni su questi temi, riscoprendo il passato ma guardando al futuro, ovvero “educazione come strumento imprescindibile per la sopravvivenza dei paesaggi culturali”.