##Regionali in Lazio e Lombardia, oltre un quarto italiani al voto
##Regionali in Lazio e Lombardia, oltre un quarto italiani al votoMilano, 11 feb. (askanews) – Sono oltre 13 milioni i cittadini di Lazio e Lombardia chiamati alle urne, domenica 12 e lunedì 13 febbraio, per il rinnovo dei governi regionali. In Lombardia (9 milioni e 943mila abitanti) saranno chiamati a votare 8 milioni e 349mila elettori; in Lazio (5 milioni e 714mila abitanti), gli aventi diritto sono invece 4 milioni e 815mila. In totale si tratta di oltre un quarto della popolazione italiana e degli aventi diritto al voto.
Il risultato della consultazione, che eleggerà i nuovi presidenti e i Consigli regionali delle due più popolose regioni italiane, sarà letto anche come il primo banco di prova del governo dopo le elezioni politiche del 25 settembre scorso. Un significato politico, per questa tappa intermedia in vista delle elezioni europee del prossimo anno, che i leader del centrodestra hanno già attribuito: “La vittoria di domenica e lunedì avrà anche un riflesso nazionale, perché confermerà la vittoria della nostra maggioranza che dopo molti anni è arrivata alla guida del Paese con la signora Giorgia Meloni”, ha detto Silvio Berlusconi dal palco a Milano insieme agli altri leader della coalizione, in chiusura della campagna elettorale lombarda. Analoghe le dichiarazioni della premier: “Col voto di domenica e lunedì, dimostrate quale Italia è quella vera, cosa pensa davvero l’Italia”, ha detto Giorgia Meloni.
Il centrosinistra, che si presenta in coalizione con il Movimento 5 stelle in Lombardia, senza Terzo polo, e in coalizione con il Terzo polo, senza Movimento 5 stelle, nel Lazio, considera invece “aperta” la sfida nelle due regioni. Il centrodestra si presenta invece nella sua formulazione di governo al fianco dei propri candidati in entrambe le regioni.
In Lombardia “la sfida è tra me e Fontana”, ha ripetuto nelle ultime settimane il candidato del centrosinistra Pierfrancesco Majorino, chiedendo la fiducia agli elettori del Terzo Polo come voto “utile” per mandare a casa l’attuale presidente di Regione. Queste le coalizioni: Fontana conta su Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, oltre che della sua lista civica. Moratti è in lizza oltre che col sostegno del Terzo polo, anche con quello della sua lista civica; Majorino è appoggiato dal Pd, del M5s, dell’alleanza VerdiSinistra e Reti Civiche e della sua lista civica. Mara Ghidorzi, la quarta sfidante, è invece la candidata di Unione popolare.
Nel Lazio è corsa a sei: Alessio D’Amato (centrosinistra), Francesco Rocca (centrodestra), Donatella Bianchi (M5S), Rosa Rinaldi (Unione Popolare), Fabrizio Pignalberi (Quarto Polo e Insieme per il Lazio) e Sonia Pecorilli (Partito Comunista Italiano). A sostegno di D’Amato sette liste: Pd, Psi, Azione e Italia viva (Terzo polo), Demos, +Europa Radicali e Volt, Verdi sinistra e Possibile, Lista Civica D’Amato presidente. Con Rocca Fratelli D’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e Rinascimento, Unione di Centro, e Lista Civica per Rocca Presidente. Donatella Bianchi è appoggiata dal Movimento 5 Stelle e dal Polo Progressista. Sonia Pecorilli è la candidata per il Partito Comunista Italiano. Fabrizio Pignalberi invece è sostenuto da Quarto Polo e Insieme per il Lazio. Rosa Rinaldi è candidata per Unione Popolare di Luigi De Magistris.
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