Lo sciopero di Hollywood non spegne Venezia: da Allen a Polanski
Lo sciopero di Hollywood non spegne Venezia: da Allen a PolanskiRoma, 25 lug. (askanews) – Lo sciopero degli attori e degli sceneggiatori di Hollywood non ferma la Mostra del Cinema di Venezia, che quest’anno compie 80 anni. Tutti i film americani che avevamo scelto saranno presenti, ha assicurato il direttore artistico Alberto Barbera, presentando il programma di questa edizione (30 agosto-9 settembre). “L’unico film che abbiamo perso è quello d’apertura di Luca Guadagnino – ha detto – la cui uscita è stata spostata ad aprile 2024, i produttori e i distributori hanno deciso di ritirarlo e lo abbiamo sostituito con “Comandante” di Edoardo De Angelis.
“Alcune star mancheranno – ha aggiunto Barbera – ma gli attori di produzioni indipendenti ci saranno, ci auguriamo un red carpet non sguarnito. Sarà una mostra rappresentativa del cinema contemporaneo”. Sono 23 i titoli in Concorso, sei italiani: oltre a De Angelis, “Enea”, seconda opera di Pietro Castellitto, “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo, “Lubo” di Giorgio Diritti, “Io capitano” di Matteo Garrone, e “Adagio” di Stefano Sollima. Dovranno vedersela con grandi nomi: da Luc Besson con “Dogman” a Stéphane Brisé con “Hors-Saison”, con Guillaume Canet e Alba Rohrwacher; da Bradley Cooper alla seconda regia con “Maestro”, con lui stesso e Carey Mulligan (biografia di Leonard Bernstein), al ritorno di Sofia Coppola con “Priscilla”; e ancora “The Killer” di David Fincher, un thriller con Michael Fassbender e Tilda Swinton tratto da una graphic novel francese. “Poor Things” di Yorgos Lanthimos con Emma Stone e Mark Ruffalo, la storia di una donna riportata in vita da uno scienziato pazzo (Willem Dafoe); Pablo Larrain e Michael Mann. A Venezia saranno presentati 82 lungometraggi e 14 corti; 29 sono di donne (oltre il 30%), percentuale un po’ più alta degli anni passati. Tra i vari titoli Fuori Concorso, molto attesi “Coup De Chance”, nuovo film di Woody Allen girato in Francia in francese, una riflessione semiseria sul peso del caso nella vita. Wes Anderson che porta “The Wonderful Story of Henry Sugar”, con Ralph Fiennes e Benedict Cumberbatch, un concentrato del suo universo magico in 40 minuti. “The Penitent” di Luca Barbareschi che dopo i teatri ha tradotto Mamet e lo ha portato al cinema; “L’ordine del tempo” di Liliana Cavani che ha compiuto 90 anni e a cui sarà attribuito il Leone alla carriera: un film con Alessandro Gassman, Claudia Gerini, Edoardo Leo; “Aggro Dr1ft” di Harmony Korine, definito da Barbera un’opera d’arte contemporanea, “Hit Man” di Richard Linklater e il nuovo film di Roman Polanski, “The Palace”, con Fanny Ardant e Oliver Masucci: la ricostruzione della preparazione di un veglione di Capodanno nelle Alpi svizzere con personaggi grotteschi e surreali.
Sempre Fuori Concorso, come proiezione speciale, in programma “La parte del Leone”, la storia della Mostra tra materiali di repertorio e interviste, con protagonisti di ieri e di oggi: il film che celebra l’80esima edizione, di Baptiste Etchegaray e Giuseppe Bucchi. “Felicità” di Micaela Ramazzotti, opera prima dell’attrice, la storia di una giovane che aspira a far carriera come truccatrice nel mondo del cinema, sarà presentato in Orizzonti Extra. Roberto Cicutto, presidente della Biennale, in apertura dopo aver ricordato la scomparsa di Andrea Purgatori e il suo lavoro anche nel cinema, ha detto. “Sarà una Mostra proiettatissima nel futuro, non spaventata dai cambiamenti tecnologici e di linguaggio ma una Mostra del cinema che li attraversa, che sa sempre vivere all’interno degli eventi storici che la contraddistinguono”.