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Vino, a causa della peronospora rischio calo vendemmia fino al 40%

Vino, a causa della peronospora rischio calo vendemmia fino al 40%Milano, 25 lug. (askanews) – “Le abbondanti e continue piogge che hanno caratterizzato la primavera e l’inizio estate, sono state causa di malattie patogene in vigna, a iniziare dalla peronospora, e in alcune zone dell’Italia, in particolare del Centro-Sud, anche se pur circoscritto ad alcune zone si annuncia un calo della produzione con punte del 40-50%, in alcuni casi addirittura del 60%”. Lo ha dichiarato il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella commentando la ricognizione attivata dall’Osservatorio vendemmiale di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv).

Il fenomeno patogeno sta interessando in particolare le aree della Dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise, con perdite fino al 40%, ma anche molti areali di Marche, Basilicata e Puglia per cui si prevedono con cali previsti nell’ordine del 25-30%. L’osservatorio evidenzia quanto sia difficile anche la situazione in Umbria, Lazio e Sicilia e, in parte, in Toscana. In generale, emerge grande sofferenza per il vigneto biologico, che rappresenta quasi il 20% dei filari italiani, che risulta in diverse aree in gran parte compromesso. Poco attaccate le altre aree. La presentazione delle previsioni vendemmiali dell’Osservatorio è in programma il 12 settembre a Roma. “La pioggia pomeridiana, l’umidità della notte e il sole della mattina sono state purtroppo le condizioni climatiche perfette per far sviluppare la peronospora che ha attaccato tutti i vigneti e in particolare le varietà più sensibili” ha spiegato Cotarella, aggiungendo che “però i danni possono essere comunque limitati da un punto di vista qualitativo con una attenta conduzione scientifica del vigneto”. “Adesso dobbiamo ancor più ricorrere alla viticoltura di precisione per salvare i grappoli sani, perché non ci resta che adattarci a questo clima pazzo che cambia di anno in anno, ricercando nuovi sistemi scientifici che ci permettano di governare i cambiamenti climatici” ha proseguito il celebre enologo, sottolineando che “resto convinto, comunque, che anche in una stagione così complicata, avremo sì una quantità di prodotto ridotta, ma il lavoro degli enologi, scientifico, professionale e passionale garantirà vini di alta qualità”.