Usa-Cina, la strana “guerra” dei palloni sonda
Usa-Cina, la strana “guerra” dei palloni sondaRoma, 13 feb. (askanews) – Se uno degli scenari possibili all’epoca delle Guerre Stellari di Ronald Reagan era quello dell’uso bellico dei satelliti, gli umili palloni sonda erano finora sempre rimasti fuori dalle equazioni della geopolitica – prima che negli ultimi giorni una raffica di sorvoli e abbattimenti li abbia sbattuti in prima pagina.
A dire la verità, i casi accertati sono solo i primi due: il pallone sonda abbattuto sopra l’Oceano Pacifico, che ha innescato l’intera vicenda, e un secondo avvistato sopra l’America Latina. Il resto di quelli che tecnicamente sono “oggetti volanti non identificati” attende ancora una definizione più precisa.
La situazione tuttavia presenta certe aspetti politici che potrebbero creare alla Casa Bianca alcune difficoltà, e non tanto con degli ipotetici alieni risentiti – sembra alquanto improbabile che un manufatto del genere si faccia localizzare e abbattere tanto facilmente – quanto più prosaicamente con la Cina.
L’uso dei palloni sonda ad alta quota è generalizzato, soprattutto per scopi di rilevazione scientifica ma un utilizzo mirato alla raccolta di intelligence non è da escludere a priori per diversi motivi: un globo aerostatico, anche autopropulso, sarebbe potenzialmente in grado di permanere su un obbiettivo per pìù tempo rispetto a un satellite-spia, e a un costo decisamente inferiore.
Ma malgrado la bassa velocità e la ristretta sezione radar, un pallone sonda rimane facilmente rilevabile, né la quantità di dati raccolta può considerarsi superiore in alcun modo a quella di una satellite in orbita bassa; inoltre, la direzione in ultima analisi rimane fissata da ovest verso est alle altitudini in considerazione, a causa dei venti.
In attesa dell’analisi dell’Fbi sui frammenti del primo pallone sonda abbattuto, rimangono quindi in piedi due ipotesi: quella di uno o più apparecchi per usi civili effettivamente finiti fuori controllo, o una provocazione da parte di Pechino.
Come sottolineano diversi media Usa, l’Amministrazione Biden si è fatta cogliere in contropiede: la prudenza manifestata nell’abbattere un globo sonda cinese – di cui Pechino aveva ufficialmente confermato la paternità – sopra un’area abitata è stata colta al balzo dai Repubblicani per accusare la Casa Bianca di inettitudine e indecisione.
Un colpo che è arrivato a segno se è vero che nei successivi casi né Biden né il governo canadese – che condivide con Washington il sistema di sorveglianza aerea sull’America settentrionale, quel Norad tradizionalmente incaricato di “tracciare” la rotta di Babbo Natale – hanno mostrato esitazioni di sorta nell’abbattere qualsiasi oggetto volante non identificato comparso nei loro spazi aerei nei giorni successivi.
Resta però da vedere quanto tali oggetti – descritti come più piccoli rispetto al globo sonda cinese, e l’ultimo di forma ottagonale – siano effettivamente sconosciuti. E se non si tratti di un’esibizione di forza per placare l’opposizione Repubblicana sfruttando a scopi quasi propagandistici dei sorvoli probabilmente assai più comuni di quanto non si pensi.
In attesa di come gestire una situazione a dir poco inattesa, il Pentagono si trincera dietro un “non sappiamo” riguardo alla natura degli oggetti intercettati, flirtando come tradizione con la tesi del manufatto extraterrestre, per la gioia dei complottisti; Pechino a sua volta ha sottolineato come dall’inizio del 2022 degli apparecchi statunitensi abbiano violato il suo spazio aereo in almeno una decina di occasioni.
Una vicenda che comunque vada a finire non farà la parte del leone nella querelle strategica sino-americana ma che di certo non contribuirà ad allentare le tensioni sullo sfondo della crisi ucraina – in cui Pechino potrebbe ancora giocare un ruolo essenziale nel porre un freno alle ambizioni russe – e della situazione nel Mar Cinese meridionale, che gli alleati di Washington nella regione osservano con sempre maggiore preoccupazione.