Coni, Malagò: “Tamberi portabandiera a Parigi? Non c’è solo lui”
Coni, Malagò: “Tamberi portabandiera a Parigi? Non c’è solo lui”Roma, 30 ago. (askanews) – “Tamberi portabandiera a Parigi? Sono molto legato a lui da stima e amicizia, ma oggettivamente non credo sia il solo che possa essere il nostro portabandiera visti i curricula. Al tempo stesso il Cio chiede, laddove è possibile, di avere un uomo e una donna. Pertanto: i Giochi sono nel 2024 e oggi siamo ad agosto 2023, ma c’è una giunta Coni che voterà su proposta del presidente. Diamo tempo al tempo e vediamo che succede”. Lo ha detto Giovanni Malagò, presidente del Coni, durante l’intervista a RadioTv Serie A. Parlando dei mondiali di atletica appena conclusi ha aggiunto: “Abbiamo vinto quattro medaglie, solo due volte avevamo fatto meglio. Vuol dire che siamo nella giusta direzione. Ricordo che non c’è nessuno altro sport che ha una così vasta moltitudine di paesi in grado di andare a medaglia, ben 46 ai Mondiali. Per noi le premesse sono positive ma è tutto da dimostrare quello che accadrà perchè la competizione è diventata micidiale. Molti pensavano che Tokyo è stato un bluff e invece la risposta è arrivata”.
Sulla serie A aggiunge: “Quest’anno ne vedremo delle belle in campionato. Vedo 3 o 4 squadre che sulla carta sono superiori alle altre, con un campionato più avvincente, divertente e con tante sorprese come queste prime due giornate”. Parlando del tema stadi il n.1 del Coni lo ha poi definito “il problema”, spiegando come l’impiantistica sia “l’elemento che mette in condizione il sistema paese di andare incontro alle soluzioni” che possono essere legate a temi quali la sicurezza, le famiglie negli stadi o tutto quello che concerne l’extra evento. “Io sono il portabandiera del cambiamento infrastrutturale, lo faccio per tutte le discipline sportive – continua – Inoltre ritengo che i grandi eventi per l’Italia sono indispensabili affinché questo possa avvenire”. Per questo poi parla anche della candidatura congiunta di Italia e Turchia per Euro 2032. “E’ stata fatta una scelta. Qualcuno magari non ha gradito, perché sappiamo cosa comporta in termini di valutazione a livello di politica internazionale. Ma guardiamo anche le alternativa: giocarti la partita autonomamente. La puoi vincere o perdere. L’Italia sicuramente ha prestigio, storia, arte, ma la Turchia, Istanbul in assoluto è la città che maggiormente ha gareggiato per le grandi manifestazioni senza ottenerle. E poi loro hanno gli stadi sono già pronti”. Infine il capitolo Mancini in Arabia: “Penso che alla fine siano tutti felici. La Figc ha consegnato le chiavi del volante a un tecnico, Spalletti, a dir poco stimato. Parlandoci ho percepito la sua formidabile motivazione per fare risultati. Dall’altra Mancini è contento della sua scelta di vita, anche sulla base di numeri che sono sorprendenti. Certo ritengo che sia stato fatto un errore di tempistica – prosegue parlando di Mancini – Il momento in cui si fanno certe cose delle volte è più importante della sostanza delle stesse”. Analizzando l’era del Mancio sulla panchina azzurra conclude: “La premessa è che sono amico di Roberto. Lui poi arrivò quando la Figc era commissariata e mi adoperai affinché firmasse con l’Italia. Fu una scelta riuscita. Poi esiste un Mancini due dopo l’Europeo, rimasto sulla panchina della nazionale di una squadra che nessuno si aspettava non sarebbe andata ancora al Mondiale. Ma la Figc mi sembra gli abbia dato fiducia anche con il rinnovo del contratto”.