Pastori Kirghisi in Sardegna, accordo non ancora chiuso
Pastori Kirghisi in Sardegna, accordo non ancora chiusoRoma, 21 set. (askanews) – Non è ancora chiuso l’accordo per dare vita a un progetto pilota tra Sardegna e Kirghizistan che prevederebbe l’inserimento di pastori Kirghisi e delle loro famiglie in tre distretti rurali: Sassari, Barbagie e Sarrabus, con l’aiuto di mediatori culturali.
Lo precisa la Coldiretti Sardegna spiegando che sono necessari ancora alcuni passaggi con il Governo del Kirghizistan propedeutici alla presentazione del programma ai ministeri italiani competenti. L’obiettivo è quello di sostenere le aziende agro-pastorali sarde in cerca di continua manodopera qualificata e rafforzare, nel tempo, il tessuto produttivo isolano contrastando anche l’abbandono delle campagne e dei piccoli centri dove a pesare sono soprattutto il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione.
Il percorso – chiarisce Coldiretti – è ancora in fase di definizione negli ultimi dettagli ma è stato lanciato nelle scorse settimane, con un primo incontro tra i vertici Coldiretti Sardegna e l’ambasciatore del Kirghizistan in Italia Taalay Barzabeev, e consolidato con la visita in Kirghizistan della delegazione Coldiretti Sardegna guidata dal presidente Battista Cualbu, il direttore regionale Luca Saba e il presidente di Coldiretti Cagliari, Giorgio Demurtas. All’incontro deve seguire, ora, la firma di un accordo-protocollo tra Centro per l’impiego kirghiso e Coldiretti.