Assobibe: bene rinvio sugar tax, ora Parlamento intervenga per cancellarla
Assobibe: bene rinvio sugar tax, ora Parlamento intervenga per cancellarlaMilano, 22 set. (askanews) – La Legge di Bilancio, approvata ieri sera dal consiglio dei ministri, ha confermato il posticipo di 12 mesi dell’entrata in vigore della Sugar tax. Una decisione che era nell’aria e che conferma l’inopportunità della norma introdotta nel 2019 e sinora sempre rimandata.
“Accogliamo con sollievo la notizia del posticipo deciso in legge di Bilancio – dichiara Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche – e confidiamo che il prossimo passo sia la cancellazione definitiva della tassa, anche alla luce dei dubbi di legittimità costituzionale sollevati dal Tar del Lazio con l’ordinanza dello scorso 14 novembre”. Pronunciandosi sul ricorso presentato da Assobibe il 26 luglio 2021 contro il decreto attuativo della cosiddetta Sugar tax, il Tribunale amministrativo ha infatti rimandato alla Corte Costituzionale l’esame dei commi 661-676, dichiarando “rilevante e non manifestamente infondata” la questione di legittimità costituzionale in relazione al fatto che l’imposta è applicata alle sole bevande analcoliche contenenti edulcoranti. “Da anni ci battiamo perché venga riconosciuta la natura discriminatoria della sugar tax, oltre che la sua inutilità ai fini salutistici e di gettito per lo Stato, soprattutto a fronte dell’impatto che avrebbe su imprese, filiera e posti di lavoro”, dichiara Pierini.
Assobibe ricorda che la tassa, che colpisce tutte le bevande dolci, con zucchero, senza zucchero o con succo di frutta (naturalmente dolce), si traduce in un aumento del 28% della pressione fiscale su un litro di bevanda analcolica, con un effetto recessivo (stime Nomisma) del -11,6% nel 2023 rispetto al 2022 e del 17,1% rispetto ai livelli pre-pandemia, e oltre 5.000 posti lavoro a rischio. A farne le spese saranno soprattutto le piccole e medie imprese, che rappresentano il 64% delle imprese del settore: circa l’80% passerebbe da un utile a una perdita, con conseguenze su tutta la filiera a esse collegata. “Il posticipo dell’entrata in vigore deciso dal Consiglio dei Ministri è un primo segnale importante per le imprese del settore – conclude il presidente di Assobibe – È ora auspicabile un rapido intervento del Parlamento per una cancellazione definitiva che faciliti investimenti altrimenti bloccati da un’ulteriore tassa che sarà prima o poi giudicata incostituzionale”.