Arriva l’emendamento che cambia la tassa sugli extraprofitti delle banche: pagare o aumentare le riserve
Arriva l’emendamento che cambia la tassa sugli extraprofitti delle banche: pagare o aumentare le riserveRoma, 23 set. (askanews) – E’ stato bollinato e presentato l’emendamento del governo al decreto asset con le modifiche alla tassa sugli extraprofitti delle banche. Il decreto è all’esame delle Commissioni ambiente e industria del Senato e la prossima settimana si entrerà nel vivo con il voto sugli emendamenti.
Le pricipali novità sono esclusione dalla base imponibile della tassa dei margini di interesse sui titoli di Stato e la possibilità per le banche di scegliere tra il versamento dell’imposta oppure la destinazione a riserva non distribuibile di un importo pari a due volte e mezza l’imposta. Le banche, si legge nell’emendamento, al posto del versamento dell’imposta, “possono destinare, in sede di approvazione del bilancio relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al primo gennaio 2024, a riserva non distribuibile un importo pari a due volte e mezza l’imposta”. Tale riserva, prosegue l’emendamento “rispetta le condizioni del Regolamento Ue n. 575/2013 per la sua computabilità tra gli elementi del capitale primario di classe 1”.
Il tetto massimo dell’imposta sugli extra profitti delle banche, secondo l’emendamento, è pari allo “0,26% dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio su base individuale”. La norma precedente prevedeva invece l’1% del totale dell’attivo. Con la modifica si escludono i titoli di Stato. L’emendamento, inoltre, amplia la destinazione del gettito della tassa sulla sugli extraprofitti delle banche. Al fondo per la riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese si aggiunge il rifinanziamento del fondo di garanzia presso il Mediocredito Centrale per le piccole e medie imprese.