Crolla lo spreco alimentare in 8 paesi del mondo, in Italia -25%
Crolla lo spreco alimentare in 8 paesi del mondo, in Italia -25%Roma, 28 set. (askanews) – Crolla nel 2023 lo spreco alimentare in 8 paesi del mondo, complice il fatto che i consumatori di ogni latitudine faticano con il carrello della spesa, tanto che 7 su 10 hanno tagliato gli acquisti. In Italia, lo spreco alimentare è sceso del 25% e si è assestato su 469,4 grammi settimanali, ovvero 125,9 grammi in meno rispetto all’estate 2022. Persino negli Usta, storicamente il paese meno sensibile alla tematica dello spreco alimentare, lo spreco scende del 35% circa, arrivando a quota 859,4 grammi settimanali, con un calo di 479 grammi rispetto al 2022. Ancora, in Europa le nazioni più virtuose sono Spagna e Francia, rispettivamente con uno spreco settimanale pro capite di 446 e 459 grammi, mentre la Germani riduce enormemente lo spreco medio del 43% a quota 512,9 grammi di cibo sprecato. Qual è l’alimento più sprecato del paese? Ovviamente il più deperibile: la frutta fresca.
E’ quanto emerge dal rapporto firmato da Waste Watcher, International Observatory on Food and Sustainability e promosso dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il monitoraggio Ipsos. Una indagine realizzata in 8 Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan, i cui risultati sono stati presentati oggi a Roma in occasione della quarta Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle perdite e sprechi alimentari promossa dalle Nazioni Unite. Sempre di più lo spreco alimentare è identificato innanzitutto come spreco di denaro in famiglia: insomma, dall’Italia agli Stati Uniti, l’inflazione e il rincaro della vita battono lo spreco alimentare e in media 7 consumatori su 10 dichiarano di dover drasticamente tagliare i loro acquisti, riducendo il costo della spesa.
Ancora una volta è la frutta fresca l’alimento più sprecato del pianeta, soprattutto in Italia (33%) e Spagna (40%), seguite da Germania (30%) e Stati Uniti (32%). A contendersi il secondo posto di alimento più sprecato sono le insalate (in Italia al 24% e in Francia, Regno Unito e USA). In Germania capita di sprecare in misura notevole affettati e pane confezionato, in Spagna pane fresco, in Azerbaijan persino la carne rossa. Ma quali possono essere le misure pubbliche utili a ridurre lo spreco? I cittadini chiedono di puntare sull’istruzione nelle scuole e sulle etichette fronte pacco, considerate un elemento significativo per il contrasto allo spreco alimentare. Infatti, 7 italiani su 10 (71%) leggono l’etichetta di un prodotto alimentare prima di acquistarlo. Un dato record al quale si avvicina la Spagna (70%), mentre in Germania meno di un consumatore su 2 legge le etichette alimentari (45%), quasi come in Olanda (49%), mentre in Francia saliamo al 66%.
L’analisi delle percezioni dei consumatori riguardo le etichette fronte-pacco evidenzia ancora che per gli italiani (62% dei rispondenti) e i francesi (56% dei rispondenti) la provenienza del prodotto è molto più rilevante che per gli altri Paesi. Altrettanto interessante da rilevare è che le informazioni nutrizionali, pur non essendo caratteristica di primaria importanza per nessun Paese analizzato, rappresentano una determinante di scelta rilevante per Italia (53%) e Spagna (52%), che sono anche i Paesi più dubbiosi sull’applicazione del Nutriscore come modello di etichettatura europeo. Una curiosità: nella rilevazione 2023 del Cross Country Report fa il suo ingresso l’Azerbaijan, che svetta nella rilevazione, con 1116,3 grammi di cibo gettato nel corso di una settimana pro capite. Un dato che si avvicina alle stime 2022 degli Stati Uniti, e dimostra l’utilità della campagna diffuse di sensibilizzazione sul tema.