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Giappone, yen s’indebolisce ancora: toccata quota 150 su dollaro

Giappone, yen s’indebolisce ancora: toccata quota 150 su dollaroRoma, 3 ott. (askanews) – Il dollaro è salito sullo yen brevemente oltre quota 150 contro oggi, nonostante il governo giapponese abbia più volte espresso la volontà d’impedire lo smottamento della valuta nipponica in un momento in cui gli investitori si aspettano che la Federal Reserve Usa continui a mantenere alti i tassi d’interesse.

La debolezza dello yen potrebbe accrescere la pressione sulla Banca del Giappone, che continua a rappresentare un’eccezione tra le principali economie del mondo perché mantiene una politica monetaria ultra-espansiva in una fase di stretta delle altre banche centrali per tenere sotto controllo l’inflazione. Uno yen basso rappresenta un problema per il governo di Fumio Kishida, che potrebbe adottare misure per attenuare l’impatto negativo dell’inflazione, che pesa sulle importazioni di un paese il quale dipende da esse per le materie prime.

Lo yen s’era indebolito superando la soglia psicologica di 150 l’ultima volta a ottobre dello scorso anno. Lo spread dei titoli decennali tra Usa e Giappone, tra l’altro, si è allargato, con il rendimento dei bond Usa al massimo degli ultimi 16 anni, e questo rende per gli investitori ancor meno attrattavo lo yen. E il fatto che gli Usa abbiano per ora evitato lo shutdown del governo federale ha portato gli investitori a sentire di poter rischiare spostandosi sul dollaro. Il ministro delle Finanze Shunichi Suzuki è intervenuto oggi per l’ennesima volta, ribadendo che “tutte le misure sono sul tavolo con un elevato senso di urgenza”. E ha insistito che l’obiettivo è “mantenere il mercato stabile e in linea con i fondamentali” del paese.

Il 22 settembre 2022, di fronte allo smottamento della valuta, per la prima volta in 24 anni il Ministero delle Finanze e la Banca del Giappone intervenirono nel mercato per acquistare yen. Il mese successivo, il 21 ottobre, le autorità hanno acquistato 5.400 miliardi di yen (34,24 miliardi di euro), il più grande intervento mai registrato, riuscendo a fermare lo smottamento dello yen che era arrivato quasi a quota 15e sul dolaro.