Tajani: quello dei migranti è un problema mondiale, vanno coinvolte Europa e Onu
Tajani: quello dei migranti è un problema mondiale, vanno coinvolte Europa e OnuRoma, 4 ott. (askanews) – “Non è questione di sentirsi assediati, ma di trovare soluzioni a un problema che è europeo se non mondiale, quello delle migrazioni, sul quale bisogna dare risposte concrete. Il fenomeno è talmente ampio che è necessario coinvolgere l’Europa, ma anche le Nazioni Unite, e tutte le agenzie internazionali dell’Onu”. Lo ha ribadito, intervistato dal Quotidiano Nazionale, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani.
“È anche una questione strategica: se si tarda, se l’Europa sta ferma e non ha la capacità di essere attore positivo e propositivo in Africa, altri come la Russia e la Cina lo faranno. Anzi, lo stanno già facendo. E noi perderemmo qualsiasi ruolo in Africa”, ha aggiunto il titolare della Farnesina. L’Italia, ha confermato, farà il piano Mattei, che tuttavia “non basta”. Il piano Mattei “sarà per la parte italiana, qui serve un vero piano Marshall europeo, con risorse rilevanti e un coinvolgimento che sia ampio e nel quale l’Onu deve giocare un ruolo importante”, ha sottolineato il capo della diplomazia italiana, “Le migrazioni hanno una serie di concause, dall’instabilità politica ai cambiamenti climatici al mancato sviluppo economico che tarda a creare opportunità per i giovani africani. O si agisce tutti assieme, o il problema non si risolve e le migrazioni continueranno”. “Abbiamo già una strategia europea che prevede intanto una azione forte contro i trafficanti di esseri umani”, ha assicurato Tajani, “E poi bisogna lavorare su accessi ordinati e sicuri: l’Italia in quattro anni darà accesso legale a quasi mezzo milione di migranti regolari, quelli che servono alla nostra economia, mentre i migrati irregolari sono un problema. Stiamo lavorando con alcuni paesi africani, come la Costa d’Avorio e la Guinea, per ottenere che possano riprendere i loro compatrioti giunti irregolarmente. Stiamo lavorando con la Tunisia con un accordo ampio, pensiamo ad accordi in base ai quali i Paesi africani possano lavorare in loco le materie prime di cui sono ricchi, creando lavoro. Serve una strategia comprensiva, non una tattica, e l’Europa deve convincersi di questo”.
Sulla possibilità di trovare una posizione europea comune sul dossier al vertice di Granada, “mi auguro che questo possa accadere”, ha concluso il ministro degli Esteri, “e che non prevalgano gli interessi elettorali nazionali, che poi si ritorcerebbero contro i Paesi che non hanno voluto trovare una sintesi”.