Vino, “I Sodi di S. Niccolò 2019”: un progetto tra arte e solidarietà
Vino, “I Sodi di S. Niccolò 2019”: un progetto tra arte e solidarietàMilano, 5 ott. (askanews) – Castellare di Castellina ha presentato un’edizione limitata del suo vino più importante “I Sodi di San Niccolò 2019”: 550 bottiglie dipinte a mano, ognuna diversa dall’altra, da altrettanti studenti del Liceo artistico “Brera” di Milano. Il progetto è stato presentato nella sede dell’Istituto in via Papa Gregorio XIV, dal fondatore della Cantina del Chianti Classico, Paolo Panerai, dall’enologo Alessandro Cellai e dalla preside dell’istituto, Emilia Ametrano.
Si tratta di bottiglie di diversi formati il cui vetro è stato decorato con fiori, foglie, volatili ed elementi della natura a contorno del celebre uccellino vittoriano che caratterizza l’etichetta di questo storico e premiato “supertuscan” negoziato sulla “Place de Bordeaux”, incentrato sul Sangiovese (qui chiamato Sangioveto) e arricchito con una piccola percentuale di Malvasia nera. Tra tutte le versioni realizzate dagli studenti, la giuria ha scelto quattro bottiglie (una per ciascun formato), oltre ai cinque disegni più belli per impreziosire gli astucci del formato 0,75 litri. Il formato da 9 litri, decorato dalla giovane Aurora Sartori con una splendida fenice, verrà battuto all’asta da Christie’s London il 30 novembre e il ricavato sarà devoluto interamente all’associazione non profit Dynamo Camp che offre programmi di terapia ricreativa a bambini e adolescenti affetti da malattie gravi o croniche. Anche una parte dei proventi della vendita degli altri formati andrà in beneficienza alla stessa associazione. Ad eccezione di un ragazzo, i premiati sono tutte studentesse: Manuela Fasoli (per la bottiglia da 3 litri), Martina Zottola (per quella da 1,5 lt.), Leda Bossi (per la 0,75), mentre per i disegni sull’astuccio in legno, sono stati scelti i lavori di Giorgia Prado Caballero, Gabriele Banfi, Alice Tosi, Alessandra Miravalle e Maya Montini.
Nato nel 1977, “I Sodi di S. Niccolò” (nome suggerito da Luigi Veronelli) è stato il quarto “supertuscan” (ora “historical supertuscan”) della storia, come furono battezzati allora dalla rivista inglese “Decanter” i grandi vini del Chianti Classico che, per avere la più alta qualità, uscirono dalla Doc diventando “vini da tavola”, così da non essere costretti dall’allora Disciplinare di produzione ad utilizzare anche uva bianca. “I Sodi” è stato anche il primo vino italiano inserito nella “Top 100” del 1988 di “Wine Spectator” (annata 1985) e del 1989 (annata 1986). Inoltre, per ben due volte (con le annate 2013 e 2016), è risultato il primo vino italiano sommando i punteggi delle cinque guide italiane e dei quattro critici internazionali più autorevoli.