Siccità e consumi spingono prezzi olio d’oliva: a settembre 9,11 euro/kg
Siccità e consumi spingono prezzi olio d’oliva: a settembre 9,11 euro/kgMilano, 5 ott. (askanews) – Prosegue l’aumento dei prezzi a livello globale e l’incertezza per il mercato dell’olio d’oliva con forti ripercussioni sul nostro Paese dove a settembre si sono toccati i 9,11 euro al chilo e il nuovo raccolto è stimato sotto e 300mila tonnellate.
Per capire l’andamento del mercato occorre tenere presente che le piantagioni iberiche sono responsabili per quasi la metà della produzione mondiale: la siccità, con ondate di caldo durante il 2022 e 2023, ha dimezzato la quantità di olive disponibili per la precedente raccolta. Le piogge recenti offrono un po’ di sollievo agli oliveti, ma le prospettive per la prossima campagna in Spagna rimangono generalmente pessimistiche. La carenza di olio proveniente dai produttori spagnoli e i consumi globali mediamente stabili durante gran parte del 2023 hanno ridotto drasticamente le scorte disponibili per i mercati europei ed esteri, con un aumento sensibile dei prezzi e tensione sul mercato per la campagna in arrivo a cavallo del 2023/2024. Una situazione fotografata dall’ultimo report sul mercato dell’olio d’oliva di Certified Origins, player internazionale nella produzione di olio d’oliva, con un confronto approfondito su tre dei principali mercati europei: Italia, Spagna e Grecia.
In Italia, i dati Ismea rivelano un aumento dei prezzi dell’olio extra vergine di oliva, passando da un già elevato 8,03 euro al chilo a luglio ai 9,11 di settembre. Questo aumento si riflette su tutto il settore, con una pressione crescente sia per i produttori che per i consumatori, e particolarmente per coloro che sono alla ricerca di un olio d’oliva tracciabile, di alta qualità e senza pesticidi. Non tutte le catene di distribuzione hanno aggiornato i prezzi a scaffale in linea alle dinamiche del mercato. Dove questo aggiornamento è stato effettuato, si nota una contrazione dei consumi di circa il 15-20%. In altri Paesi, come la Spagna o la Grecia, questa contrazione è stata pari rispettivamente del 20-25% e del 40%. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio di Certified Origins, nella prossima stagione di raccolta i frantoi affronteranno qualche difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata. Nonostante ciò, le condizioni meteorologiche più favorevoli, caratterizzate da piogge e alte temperature, hanno limitato efficacemente gli attacchi degli insetti infestanti, lasciando presagire una stagione olivicola sana e la produzione di oli di alta qualità. La Puglia si conferma come la regione con il maggiore volume di produzione (70%), seguita da Sicilia e Calabria (15%), Toscana, Liguria e la regione del Garda. Le stime attuali nazionali prevedono un volume sotto le 300 mila tonnellate. In particolare, in Puglia, l’utilizzo esteso di terreni irrigati ha permesso di bilanciare efficacemente gli effetti delle elevate temperature estive.
Il mercato spagnolo, nonostante le tanto attese piogge di settembre, continua a lottare contro le severe conseguenze di una delle siccità più prolungate della sua storia. I prezzi dell’olio d’oliva continuano a salire, registrando un aumento del 11% in soli due mesi, toccando i 8,42 euro al chilo a settembre. I produttori e i commercianti spagnoli attendono con ansia dati aggiornati sul nuovo raccolto e sulle scorte prima di immettere sul mercato le loro riserve finali. Gli imbottigliatori e i consumatori finali sperano che il calo dei consumi in Europa, anche parziale, porti a una stabilizzazione dei mercati ed eventuali cali dei prezzi. Quanto alla Grecia, quest’estate ha affrontato eventi naturali estremi, con incendi e inondazioni che hanno causato danni parziali anche alle piantagioni di olivi, particolarmente nella regione di Makri, nota per la varietà di olive Makri e per essere una Denominazione di origine protetta. Le aspettative per il raccolto dell’anno prossimo sono significativamente ridotte, con una previsione di circa il 50% in meno rispetto al raccolto record dell’anno scorso.
“In questo momento storico, contrassegnato da una pronunciata incertezza climatica e da eventi straordinari di grande impatto, il mondo dell’olio d’oliva non fa eccezione nell’affrontare sfide rilevanti e complesse. L’aumento dei prezzi e una flessione dei consumi nei segmenti di mercato abituati al basso costo – osserva Giovanni Quaratesi, head of Corporate global affairs di Certified Origins – abbinato a una domanda sempre più solida da parte di una clientela nazionale ed estera informata e attenta alle proprietà dell’olio d’oliva, potrebbero favorire l’emergere di opportunità per olii alternativi come quelli vegetali o a base di semi ma allo stesso tempo, favorire i produttori extra vergine di alta qualità”.