Schlein convoca opposizioni in piazza: no a derby tra noi
Schlein convoca opposizioni in piazza: no a derby tra noiRoma, 5 ott. (askanews) – La manifestazione, certo, ma anche un ripetuto appello a lavorare per unire le opposizioni anziché cercare i “distinguo”. Elly Schelin chiude il suo intervento in direzione formalizzando la data dell’11 novembre per quella “piazza Pd” annunciata un mese fa alla festa dell’Unità a Ravenna, un appuntamento che in realtà è solo il più importante di una serie di iniziative in tutto il Paese che lanciano di fatto la campagna del Pd per le elezioni – europee e amministrative – del prossimo anno. Europee, ha tenuto a precisare la segretaria, che saranno “cruciali”, uno “spartiacque” per l’Ue, e proprio per questo è bene evitare “logiche riduttive, modeste”, quelle del “derby per contendersi a suon di polemiche, distinguo i voti con i potenziali alleati”.
E’ un passaggio netto, più di quanto solitamente sia solita fare la Schlein di fronte all’irrequietezza di M5s e Azione, perché è ben chiaro dalle parti del Nazareno il rischio di una competizione suicida tutta interna all’opposizione. Lo dice anche Stefano Bonaccini, che fa eco alla segretaria: “E’ finita la luna di miele del governo col paese” ma “il problema è che non cala il consenso della destra” perché “si fa fatica a vedere le opposizioni complessivamente come un’alternativa concreta e credibile”. Un rischio che la leader Pd vuole evitare a tutti i costi, consapevole che la maggioranza è in difficoltà e che sarebbe imperdonabile fare a Giorgia Meloni il favore di dividere l’opposizione. “Il primo anno di Meloni – dice la Schlein – si chiude tra le proteste”, e dunque “noi siamo sempre disponibili a lavorare per costruire insieme alle forze un’alternativa vincente a questa destra”. Tanto più, sottolinea, che si tratta di una destra “reazionaria e con pulsioni autoritarie”.
Tutto il suo intervento è un alternarsi di critiche alla maggioranza e richiami ai potenziali alleati. Schlein rinfaccia al governo le politiche migratorie, “l’attacco ai poveri”, l’approccio “repressivo”, i “tagli alla sanità”, l’atteggiamento in Europa. La riforma del patto di stabilità, dice per esempio, non deve portare ad un “ritorno dell’austerità”. Peccato che “non vediamo il governo italiano fare questa battaglia. Ma il Pd continuerà a farla”. Il sogno della leader Pd è che il Pd non si ritrovi da solo in questo compito. Assicura che lavorerà per costruire alleanze larghe per le amministrative e ripete di nuovo: “Continueremo a non indugiare mai in polemiche e distinguo con le altre opposizioni. La nostra gente ci chiede di costruire convergenze, non di competere per lo zero virgola nei sondaggi della settimana. Vogliamo parlare al 50% di italiani che non vanno più a votare”.
Il primo terreno di convergenza è stato il salario minimo (su cui il Pd e le altre opposizioni raccoglieranno le firme domenica in un “firma-day”) e il copione la Schlein vorrebbe replicarlo sulla sanità. Ma non solo. La leader Pd elenca tutte le “battaglie” che intende combattere nei prossimi mesi, dal diritto alla casa alle barricate contro le riforme annunciate dal governo (premierato e autonomia differenziata), senza dimenticare la transizione ecologica, la difesa della “autonomia della magistratura” e il Pnrr che il centrodestra rischia di sprecare. La segretaria ribadisce il sostegno all’Ucraina, garantendosi il plauso della minoranza con Lorenzo Guerini (“Bene”). Attacca il leader slovacco Robert Fico, spiegando che la sua linea è incompatibile con il Pse, ribadisce l’impegno a fianco degli studenti “contro il caro-affitti”. Una piattaforma che tiene insieme tutto il Pd, non emergono distinguo di rilievo durante il dibattito.
La replica finale è dedicata ancora una volta ai litigiosi compagni di opposizione: “Non ci stupiamo delle differenze con le altre forze, ma non dobbiamo concentrarci solo sulle differenze con un distinguo costante”. I distinguo, avverte di nuovo, “portano a far venire meno quella prospettiva che noi siamo in grado di costruire l’alternativa”. E invece “sappiamo che siamo in grado di mettere a terra 5 progetti concreti per l’Italia che possiamo fare insieme. Un passo alla volta, dopo il salario minimo cerchiamo di farlo anche sulla sanità e sono convinta che riusciremo anche su questo a trovare convergenze importanti”. E l’11 novembre sarà un primo momento importante per verificare se l’appello ha avuto effetto.