La Polonia domenica alle urne, un voto cruciale per l’Europa e l’Ucraina
La Polonia domenica alle urne, un voto cruciale per l’Europa e l’UcrainaMilano, 14 ott. (askanews) – Con una guerra da un anno e mezzo alle porte e un mondo attonito per quanto accade in Medio Oriente, la Polonia va alle urne per elezioni i cui risultati e sviluppi avranno conseguenze non solo nel Paese. Domani si tengono elezioni parlamentari e un referendum. Si vota dalle 7 alle 21, per il Sejm (Dieta, ovvero la Camera). Il partito conservatore Diritto e Giustizia (PiS) – che attualmente governa con il sostegno di alcuni partiti populisti più piccoli – spera di vincere un terzo mandato consecutivo e formare il prossimo governo del paese. Gli si oppone una coalizione di partiti centristi guidata da Donald Tusk, ex primo ministro ed ex presidente del Consiglio europeo, che denuncia la svolta illiberale che durante gli otto anni di governo del PiS ha fatto sì che il paese – un tempo considerato il campione della transizione democratica dopo l’implosione del blocco socialista – perdesse amici in Occidente.
Gli ultimi sondaggi hanno registrato una tendenza sfavorevole per il PiS, comunque dato per favorito. Anche in caso di vittoria, alcune indagini demoscopiche indicano la possibilità di formare un governo di maggioranza da parte dell’opposizione tradizionale. Mentre nel caso di un risultato non netto, si potrebbe aprire un pertugio per l’estrema destra, che potrebbe trarne vantaggio. E in particolare un partito di estrema destra, la Confederazione, che si scaglia contro l’assistenza economica fornita ai rifugiati ucraini in Polonia: quest’anno il gruppo ha ottenuto sostegno in molte delle roccaforti rurali del PiS, e i funzionari governativi hanno risposto inasprendo il tono nei confronti di Kiev. Quasi alla fine di una campagna elettorale molto aspra, lunedì 9 ottobre si è tenuto sulla tv nazionale il duello preelettorale che ha visto contrapporsi il primo ministro Mateusz Morawiecki (PiS), il leader Piattaforma Civica (in polacco: Platforma Obywatelska, PO) Donald Tusk, e altri esponenti come Joanna Scheuring-Wielgus (Nuova sinistra) o Szymon Holownia di Trzecia Droga, coalizione centrista-agraria, nonché il co-leader del partito di estrema destra della Confederazione (per esteso Confederazione Libertà e Indipendenza) Krzysztof Bosak.Tusk, che è il principale obiettivo di screditamento nella campagna elettorale di Diritto e Giustizia, si è presentato agli elettori come “uno di voi”, ma troppo teso e per questo incapace di vincere il dibattito. Ma nemmeno Morawiecki ha trionfato, davanti a un pubblico stanco dei suoi continui attacchi.
Per giorni la provocazione di Tusk è stata: “Jarek, dove ti nascondi?” E lunedì sera, il presidente del partito conservatore, Jaroslaw Kaczynski si teneva a distanza, a Przysucha, cittadina di 6.000 anime e una delle roccaforti rurali del PiS. Secondo alcuni per cancellare l’impressione che avesse paura del confronto con Tusk, che aveva ampiamente annunciato la sua apparizione in Tv e aveva sfidato il suo rivale a un duello mediatico. Ma ciò che ha lasciato perplessi gli elettori polacchi è stata la mancanza di riferimenti alla questione dei rifugiati nel discorso di Kaczynski a Przysucha. O il non aver detto nulla sulla guerra in M.O.. Tusk è stato oggetto di intensi attacchi da parte dei media statali, che lo hanno dipinto come un burattino in mano alla Germania che rappresenta gli interessi di un’arrogante élite urbana, per aver concluso accordi sul gas con la Russia durante il suo periodo come primo ministro. Accusato inoltre di essere un codardo per non aver visitato l’Ucraina mentre sta combattendo l’aggressione della Russia. Ma Kiev e la sua guerra è un tema complesso e trasversale in questo contesto elettorale, a fronte di una progressiva stanchezza nei confronti del tema stesso da parte dell’elettorato. Varsavia è stato un importante fornitore di armi per l’Ucraina e rimane un paese chiave per il trasferimento di armi ed equipaggiamenti militari occidentali a Kiev. Tuttavia la recente polemica giunta sino a livello di capi di stato e di governo dei due Paesi confinanti, sul grano (apparentemente risolta) e sulla fornitura di armi, scopre chiaramente crepe che non riguardano solo la stanchezza. Il governo polacco ha sempre più preso di mira l’Ucraina con una forte retorica, in particolare sulle importazioni di grano ucraino che, a suo dire, indebolirebbero gli agricoltori polacchi, ma anche sulla fornitura di armi occidentali e sui tentativi di Kiev di aderire alla NATO e all’UE.
A questo si aggiunge l’odio che divide i due leader di partito: Kaczynski accusa Tusk di essere “moralmente responsabile” della morte del gemello Lech nello schianto dell’aereo presidenziale a Smolensk, in Russia nel 2010 (all’epoca Tusk era premier e venne accusato dal PiS di negligenze).