Carrozza (Cnr): sfida è progettare robot che rispettino il pianeta
Carrozza (Cnr): sfida è progettare robot che rispettino il pianetaRoma, 17 ott. (askanews) – “Oggi più che mai abbiamo delle domande scientifiche sull’universo, sulla materia, sulle scienze della vita che ci pongono degli orizzonti scientifici che dobbiamo affrontare con coraggio e rigore e grande collaborazione per provare a sviluppare soluzioni. A me piace molto il tema del futuro dell’umanità. In questo secolo siamo anche di fronte al dubbio se il rapporto tra la specie umana e il pianeta potrà rimanere quello che è stato nei secoli scorsi oppure dovrà essere rivisto. È indubbia la relazione tra la specie umana e il pianeta: il pianeta resisterà sicuramente, il problema è se la specie umana così com’è oggi potrà resistere”. Lo ha detto la presidente del Consiglio nazionale delle ricerche Maria Chiara Carrozza intervenendo in apertura del convegno organizzato dall’Accademia dei Lincei e dal Cnr per celebrare il centenario dell’ente di ricerca dal titolo “Cento anni di collaborazione per il progresso delle scienze”.
“Non è un dubbio di piccolo conto. Non solo per l’impatto etico ma anche per l’impatto scientifico. Nella mia vita da ricercatrice – ha proseguito la presidente del Cnr – mi sono occupata di progettazione di robot e forse il modo in cui ci avviciniamo alla progettazione delle macchine è un modo che non tiene conto dell’impatto della macchine sull’equilibrio del pianeta, di come ricevono e consumano energia, di come dissipano il calore. La domanda scientifica che mi porrò nell’ultima parte della mia carriera da ricercatrice che sto per affrontare è proprio come cambiare la progettazione delle macchine che tenga conto di questi vincoli e di questi impatti delle macchine sull’ambiente. Che vuol dire ripensare i materiali, ripensare la produzione di energia, ripensare a dove i materiali finiranno e a come recuperarli. Finora le macchine non sono state pensate per essere completamente circolari, sono pensate per essere poi smaltite o al massimo smontate intelligentemente. È necessario – ha concluso Maria Chiara Carrozza – ripensare al modo stesso di trasformare la scienza in tecnologia, che è una delle più belle sfide che la specie umana ha di fronte perché è la tecnologia che ci permette in questo momento di sopravvivere su questo pianeta”.