Fimaa: Mimit modifichi norme accesso professione agente immobiliare
Fimaa: Mimit modifichi norme accesso professione agente immobiliareRoma, 19 ott. (askanews) – Un pacchetto di misure per la riforma del settore della mediazione. La Fimaa ribadisce in una nota, la richiesta di modifica dell’attuale normativa che regola il comparto ma nella maniera opportuna, e lo fa in un documento molto articolato, che il vicepresidente vicario nazionale, Maurizio Pezzetta, ha presentato all’on. Marcello Coppo, membro della Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera. Il ministero delle imprese e del made in Italy – ricorda la Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari -, in relazione anche a quanto richiesto dalla Commissione Europea, sta lavorando all’individuazione di percorsi alternativi ulteriori a quelli esistenti, ma le modifiche alla normativa non vanno nella direzione giusta. In particolare, per quanto riguarda l’accesso alla professione di agente immobiliare, secondo la federazione, questo dovrebbe essere garantito attraverso un corso di formazione, o un praticantato professionale di 12 mesi unito però ad una formazione teorica, oppure un idoneo titolo universitario, in ogni caso, con una verifica finale del livello di preparazione acquisito, certificata da un soggetto super partes come le CCIAA.
Inoltre, il MIMIT prevede che il tutor presso il quale poter svolgere il periodo di praticantato debba essere iscritto nel RI o nel REA da almeno tre anni, la Federazione chiede invece un periodo di almeno cinque o dieci anni. Secondo la Fimaa per evitare la mercificazione del praticantato, è necessario stabilire che ogni tutor possa seguire un solo praticante per volta. Il praticantato deve essere di almeno 20 ore settimanali con un programma ben articolato, seriamente frequentato e certificato, come già previsto per altre figure professionali. La Federazione – nel documento – chiede però che si possa accedere alla professione oltre che con il percorso attuale che prevede il corso di formazione e gli esami presso la CCIAA competente e quello che potrà derivare dal praticantato, anche attraverso un idoneo titolo universitario. A prescindere da quale percorso abbia scelto, per la Fimaa il candidato dovrà comunque superare un esame per appurare che abbia maturato le competenze necessarie a esercitare la professione. L’esame tuttavia dovrà essere graduato sulla base del percorso formativo, professionale e di pratica svolto dall’aspirante agente immobiliare. “Anche una volta acquisita la qualifica professionale – sottolinea Pezzetta -, gli agenti immobiliari dovranno aggiornare costantemente le proprie competenze attraverso un percorso di formazione continua obbligatoria, come già avviene per l’esercizio di altre professioni. Questa richiesta di prevedere una idonea preparazione, una reale competenza e un aggiornamento professionale continuo, rappresenta una fondamentale esigenza che una professione importante e delicata come questa esige, a tutela prima di tutti del Consumatore che mette in ballo, il più delle volte, i risparmi di una vita. Per questo il ministero ascolti le nostre indicazioni sulle corrette modifiche fondamentali per la tutela del Consumatore, del Mercato e della Categoria che deve essere sempre più specializzata e non improvvisata”.
Nel pacchetto di proposte presentate all’on. Coppo Fimaa chiede inoltre di ripristinare l’incompatibilità tra le professioni di agente immobiliare e mediatore creditizio; di consentire agli agenti immobiliari di iscriversi anche nella Sezione IV del REA per chiarire finalmente da interpretazioni diverse una lacuna normativa laddove si va a vendere un immobile attraverso la cessione di quote o azioni societarie; di cancellare l’obbligo di indicare – negli atti notarili – il compenso percepito dagli agenti immobiliari, e di sostituirlo con la sola indicazione degli estremi della fattura elettronica, per garantire ancor meglio sicuramente la lotta all’evasione, ma per rispettare anche le disposizioni dettate dalla normativa sulla privacy . La Federazione indica infine una serie di modifiche al decreto sugli affitti brevi cui sta lavorando il Ministero del Turismo, considerando anche questa una criticità da risolvere che sta fortemente condizionando il mercato e che tocca sia l’aspetto economico che quello sociale.