Buttarelli: da industria solo sconticini, serve taglio strutturale listini
Buttarelli: da industria solo sconticini, serve taglio strutturale listiniMilano, 30 ott. (askanews) – L’industria di marca sulla riduzione dei prezzi finora “ha balbettato” proponendo “sconticini che sembrano azioni speculative” ma ora “serve un’inversione di tendenza sui prezzi, l’unica che potrebbe dare un aiuto a tutta la filiera” del largo consumo. A parlare è il presidente di Federdistribuzione, Carlo Alberto Buttarelli, che, a un mese dall’avvio del carrello anti-inflazione voluto dal ministero delle Imprese, traccia il quadro della situazione e auspica una revisione al ribasso dei listini, in sede di rinnovo dei contratti.
Se “la distribuzione ha dato dimostrazione quasi immediata di grandissima attenzione” all’iniziativa del patto anti-inflazione, “fino a oggi dall’industria sono arrivati pochi segnali, qualche segnale su qualche prodotto c’è stato – ha detto ad askanews – ma francamente non è quello che ci aspettiamo”. A oggi, secondo l’ultimo aggiornamento diffuso dal Mimit sono 32 i grandi marchi che hanno aderito al Patto. Ora quello che la distribuzione chiede all’industria di marca è “la possibilità di intervenire in modo più strutturato sui listini per una visione più prospettica, di medio termine, della riduzione dei prezzi perchè intervenire con qualche sconticino sui singoli prodotti sembra un’azione speculativa – ha sottolineato Buttarelli – Non abbiamo bisogno di fare più azione promozionale, abbiamo bisogno di dare un segnale di riduzione dei prezzi e al momento devo dire che francamente è un po’ un balbettio da parte dell’industria di marca. Qualcuno si è presentato ma non in modo significativo”.
Questi ultimi mesi dell’anno sono cruciali per la definizione degli accordi: “Adesso partono le attività contrattuali, anche per rinnovi dei contratti commerciali, è un momento importante. Onestamente – ammette il numero uno di Federdistribuzione – faccio fatica a pensare che qualcuno possa proporre aumenti di listino, se non in condizioni particolarmente gravi per le materie prime, ma in questo momento non mi sembra ce ne siano”. “Sul trimestre anti-inflazione la risposta è stata molto cauta – aggiunge – Vediamo se nella prospettiva dei rinnovi contrattuali ci possa essere invece un impegno più concreto che noi auspichiamo. Alla fine dobbiamo dare un segnale alle persone perchè i consumi flettono, le prospettive di fiducia delle persone sono molto basse, un’inversione di tendenza sui prezzi potrebbe dare un elemento positivo che aiuta tutta la filiera soprattutto in considerazione del fatto che l’industria di marca in questo anno ha perso quote di mercato in modo pesante. Eppure non abbiamo visto reazioni”. Alla fine del primo mese dell’iniziativa del Mimit per contrastare l’inflazione Buttarelli constata che “i segnali di attenzione ci sono, c’è interesse e ci sono acquisti anche perchè sono ben segnalati sugli scaffali” i prodotti del paniere. Ma è presto per dare dei numeri: “Avremo un tavolo di confronto col Mimit specifico per la misurazione dell’andamento del trimestre anti-inflazione è previsto dal protocollo e penso che a breve ci vedremo” ci ha detto escludendo la possibilità di una “proroga” del trimestre anti-inflazione dopo il 31 dicembre, soprattutto in assenza di un maggior supporto da parte dell’industria di marca: “Questo trimestre l’abbiamo vissuto come elemento di continuità, abbiamo fatto qualcosa in più ma il nostro impegno era partito contestualmente con l’aumento inflattivo. Diciamo che aveva un senso comunicativo per certi versi, ora quello che ci aspetteremmo in prospettiva è un impegno di tutta la filiera nel suo insieme a contrastare l’inflazione. Un patto anti-inflazione che vede ancora solo noi come protagonisti francamente la vedo come una cosa superata”, conclude.